domenica 28 agosto 2011

Tunisia: la storia che si riscrive, la rabbia di Sidi Bousid

"Ho paura che la storia verra' riscritta - ci raccontava gia a Gennaio, Nejiib Chouaibi, 34 anni, professore che vive a Sidi Bouzid, il 24 gennaio, quando iniziammo il percorso che ci ha permesso di scrivere il libro Non ho più paura. Tunisi diario di una Rivoluzione. "Come con Bourghiba e con Ben Ali, quando la storia fu iscritta in favore del Sahel, temo che anche questa rivoluzione verra' riscritta in favore dell'elite di Tunisi, che si e' svegliata tardi" ci raccontava. Dalla 14 gennaio infatti, Tunisi e' al centro di eventi, celebrazioni attorno alla rivoluzione. C'e' anche il progetto di fare un museo della rivoluzione. Luogo scelto: Tunisi. Parlandone con una degli autori di questo progetto vi viene detto "E' a Tunisi che si e' compiuta la rivoluzione ed e' a Tunisi - non a Sidi Bousid - che il museo deve farsi!". Itene Panighetti, giornalista di Brescia e membro di Italiani di Cartagine, e' tornata a trovare Nejib e ci racconta che dalla citta' del centro della Tunisia, le cose non sono cambiate. “La rivoluzione tunisina non è del 14 gennaio, ma del 17 dicembre!”: è fermo e deciso Nejib Chouaibi, paese all’interno della Tunisia da dove è scoppiata la miccia che ha fatto esplodere il paese. Incontrato in un caldissimo giorno di fine agosto grazie al contatto degli italiani di Cartagine, (che hanno citato Nejib nel loro libro), Nejib, rifiuta con forza la data del 14 gennaio, che invece tutti, confesso me compresa - racconta Irene - hanno preso come data simbolo della rivoluzione tunisina. "No. La data è il 17 dicembre, giorno in cui si è dato fuoco, perdendo poi la vita il 4 gennaio, Mohammed Bouazizi. Non è una questione di lana caprina, ma un prospettiva fondamentale sotto la quale osservare la recente storia tunisina: se si parla della rivoluzione del 14 gennaio si mette al centro Ben Alì, viceversa se si dice del 17 dicembre in primo piano c’è il gesto di Bouazizi e la reazione del popolo". Facile quindi capire e condividere la rabbia di Nejib e della gente di Sidi Bouzid, che oggi si sentono oltraggiati e offesi, anche da chi, come me, senza pensarci ha commesso questo errore. L’invito quindi è a cambiare prospettiva quando si parla della rivoluzione tunisina, in ogni contesto, dalle chiacchere alle interviste "ai..futuri libri degli italiani di Cartagine, che aspetto con gioia"….e magari una speranza, che un giorno si possa creare il Museo della Rivoluzione proprio a Sidi Bousid, dove tutto e' nato. Per info e sostegni progetto, contattate italianidicartagine@gmail.com

martedì 23 agosto 2011

Grazie Libia....la rivoluzione Tunisina e' salva

Ras Jadir (Reuters)
Questo e' il titolo assai bizzarro (all'apparenza) apparso sul profilo facebook di Rabih, uno dei blogger italo-tunisini che ha raccontato la rivoluzione dal suo angolo del patriota. Il crollo di gheddadi (ormai imminente) scaccia infatti tutta una serie di pericoli legati ad un possibile ritorni del vecchio regime attraverso i confini della vicina Libia, che non ha mai gradito la rivoluzione del vicino. E' apparso inoltre proprio oggi che il rais stesse preparando un attentato a Tunisi.  E' inoltre chiaro che lo shock esogeno del conflitto libico per la tunisia, misurato dalla Banca Africana di Sviluppo in mezzo punto di GDP, oggi ha una grande ripercussione sulla ripresa economica della Tunisia. La fine del confitto libico offrirebbe delle grandi opportunita' per un paese, che gia' beneficiava di relazioni privilegiate con Tripoli e che sicuramente sarebbe "ricompensato" ampiamente dalle nuove autorita', che in piu' occasioni hanno apprezzato l'accoglienza data alle centinaia di migliaia di rifugiati libici (e non solo). Le bandiere tunisine che sventolavano negli scorsi giorni nelle piazze di Benghazi, nonche' quelle della "nuova Libia" qui in Tunisia, mostrano come il destino di questi due paesi sia quanto mai legato. Grazie allora a chi ha lottato e sta lottando perche' la Libia segua la scia della liberta', della democrazia e della dignita'.   

sabato 20 agosto 2011

La piramide rovesciata: l'affermazione nuovi media in Tunisia ...e non solo

I nuovi media e il cosiddetto "giornalismo cittadino" non solo hanno aiutato le rivoluzioni, ma stanno creando un nuovo paradigma. Riportiamo intervista di Mourad Ben Cheikh, autore, cineasta ed intellettuale attivista, autore di Plus Jamais Peur” (Non Piu Paura) documentario sulla rivoluzione tunisina presentato a Cannes, personaggio chiave del nostro libro, nonchè membro della rete degli Italiani di Cartagine.

giovedì 18 agosto 2011

Ramadan a confronto: Diario di viaggio al Cairo

Arrivando a Tunisi quasi non mi accorgo che è ramadan: anche se atterro proprio all’ora dell’iftar ci sono taxi, automobili, tutto funziona come se niente fosse. E nei giorni seguenti me ne accorgo solo dalla tranquillità che regna in Bourghiba una mezzoretta prima e dopo l’ora della rottura, dal fatto che non si trovano vino o birra nei supermercati e nemmeno un posto dove cenare che non sia uno dei lussuosi alberghi per ricchi turisti. Al Cairo è tutto diverso: anche qui atterro all’ora dell’iftar, e subito in aeroporto la gente che viaggia o che non può staccare dal lavoro si offre succo di frutta e datteri. Le case, le strade, le moschee sono ornate dalle luci colorate e dalla tradizionali lampade Fanous, coltre che da festoni e palloncini. Per un quarto d’ora una delle città più caotiche del mondo, dove ogni volta che si attraversa la strada si deve fare invocare la propria buona stella per non lasciarci le penne, dove non senti mai, nemmeno per un secondo, la melodia del silenzio, ebbene, per quel breve lasso tempo in cui c’è iftar anche il Cairo diventa vivibile. Il Ramadan qui è un rito pubblico, cosa che a Tunisi non mi pare sia: tavolate di gente in strada, le voci amplificate dei muezzin che scandiscono il tempo della preghiera e dell’arrivo della fine del digiuno, visite ai parenti dopo il rapidissimo pasto, che i più poveri consumano a terra, mentre vendono la loro mercanzia, o gli uomini in divisa sul posto di guardia. E subito dopo ritorna il caos, nelle strade, nelle piazze, nei giardini; clacson e petardi che scoppiano in continuazione, uomini ai caffè a fumare la Schicha, o Narguilè che dire si voglia, famiglie, ragazze e ragazzi in giro fino all’alba, con la metropolitana che a mezzanotte è più piena che a Milano all’ora di punta. Ramadan al Cairo è davvero un’esperienza diversa rispetto all’”europea” Tunisi.

Irene Panighetti

Ecco il link ad una splendida serie di foto di Ramadan nel mondo

martedì 16 agosto 2011

Tunisia: Verso una seconda rivoluzione?

Ieri a Tunisi in migliaia sono scesi per manifestare il proprio dissenso sulle recenti scarcerazioni e la fuga di Saida Agrebi. La piazza ha dimostrato la propria forza e sete di giustizia. La manifestazione indette dall'associazione avvocati e dal sindacato son state represse da manganelli e lacrimogeni. A raccontarci la manifestazioni, un avvicente articolo in presa diretta da uno dei nostri favoriti blogger che parla di seconda rivoluzione.  La risposta del governo non si e' fatta tardare: cambio ai vertici del ministero della giustizia, mandato di cattura internazionale per Saida Agrebi. Nel frattemo si sono chiuse le iscrizioni ai registri delle elezioni. Quasi 4 Milioni di iscritti, in una corsa che ha coinvolto anche tavolini improssivati per far iscrivere la gente nei centri commerciali. C'e' ancora tempo per le iscrizioni di categorie speciali (militari, residenti all'estero). Le elezioni sono salve...per ora. Il popolo Tunisino e' determinato a salvare la propria rivoluzione, a rischio di farne un'altra se necessario.

domenica 14 agosto 2011

Donne al bivio in Tunisia: Non si torna indietro!



Tunisine per i diritti delle donne, uguaglianza, cittadinanza” e’ il titolo del meeting a cui hanno partecipato centinaia di persone lo scorso venerdi’ 12 Agosto organizzato nel complesso culturale e sportivo di Tunisi. L’occasione e’ stata per la commemorazione del 55 anniversario del Codice dello Statuto Personale (CSP). Il CSP risale al il 13 agosto 1956 uno statuto rivoluzionario per la sua epoca con la sua promulgazione si vieta la poligamia e il ripudio, le donne si liberate della tutela nel matrimonio, si consacra l’uguaglianza tra uomini e donne (fatta eccezione che in materia di diritto successorio). Da allora il 13 agosto è diventato la “Festa della donna”. Diversi movimenti e partiti politici stanno organizzando diversi festeggiamenti, in un modo assolutamente insolito e promettente, direi anche rivoluzionario. Al meeting pullulavano le diverse e numerose associazioni e reti indipendenti e progressisti femminili, nate dopo la rivoluzione, oltre alle vecchie e non meno importanti ATFD (Associazione tunisina delle donne democratiche) e AFTURD (Associazione delle donne tunisine per la ricerca e lo sviluppo), la gente si esprimeva con libertà, sincerità e audacia in un clima di allegria e di festa. In una atmosfera del genere ci si sente forti e ottimisti sul futuro delle donne tunisine.
Erano molti gli stand organizzati per offrire informazioni, tracts e inviti in arabo e in francese. IL meeting e’ culminato con la firma della “Dichiarazione del 13 agosto 2011”. Azione sottoscritta da una ventina di associazioni e collettivi che vogliono far pervenire al governo un messaggio pretentorio: non solo difendere i diritti delle donne e i principi di eguaglianza e parità e iscriverli nella Costituzione della II Repubblica; ma anche non cedere alla pressione di coloro che vogliono applicare la sharia; e soprattutto adottare la CEDAW (Convenzione internazionale per l’eliminazione di tutte le discriminazioni contro le donne) senza nessuna riserva. Le firmatarie, tra cui Il Front des Femmes pour l’Égalité (FFE), l’ATFD, Engagement Citoyen, si dichiarano unite, solidali e determinate alla mobilitazione per difendere e migliorare il CSP.
Il meeting si e’ trasformato in una vera festa con letture di poesie, canti e proiezioni di film ma soprattutto in un momento di incontro e di scambio tra cittadini determinati a lottare contro l’oscurantismo, che credono in una Tunisia che rispetta i diritti umani.
Le donne della Tunisia rivoluzionaria hanno già conseguito una vittoria ad aprile 2011: la “parità in alternanza” nelle liste dei partiti che si presenteranno alle prossime elezioni. Continuano a distinguersi negli studi e nell’economia cosi’ del paese come nella famiglia, come forza trainante. Consapevoli di tutto cio’ mi chiedo: come si puo’ credere di “ rilegare in cucina” l’intera bella metà della Tunisia come alcuni pazzi pretendono?

Lilia Zouali

venerdì 12 agosto 2011

Libro sulla rivoluzione di Italiani di Cartagine "sbarca" in Tunisia

A grande richiesta, "Non ho piu' Paura. Tunisi, Diario di Una rivoluzione" approda finalmente in Tunisia, dopo ,il successo in Italia . Primo libro italiano sulla rivoluzione a "sbarcare" nel paese della rivoluzione. Da oggi disponibile presso la libreria Farenheit (Carthage Dermeche) e alla libreria Al Kitab a Avenue Bourghiba (Tunis). Visitate anche il sito internet del libro, dove sono disponibili recensioni uscite in italia e anteprima: www.nonhopiupaura.com

mercoledì 10 agosto 2011

Tunisia: processo alla giustizia

Dopo il fronte dell'economia, messo seriamente in difficolta' dalla difficile ripresa e dall'impatto negativo della crisi libica, e' sulla giustizia che si gioca la partita piu difficile del governo di transizione. Nel giorno della ripresa del giudizio su Ben Ali, i riflettori dei Tunisini sono altrove sulle varie scarcerazioni di ex ministri e alla fuga degli uomini e donne del vecchio sistema, come il caso caso di Saida Agrebi, presidenze dell'associazione elle donne tunisine e donna molto vicina alla famiglia, che le autorita' aeroportuali sembra non siano state capaci di fermare. A detta del Ministero dell'Interno, il fax con l'interdizione a uscire dal paese sarebbe arrivato troppo tardi. C'e' amarezza tra la gente, c'e' il senso che la giustizia non stia facendo il proprio corso, e che ad esser processati dovrebbe essere la magistratura stessa. La blogsfera esplode in sostegno di nuovi eroi come Samir Feriani, incarcerato per aver rivelato alcuni segreti scomodi e per cui e' stata lanciata una petizione
per la sua liberazione. Secondo l'avvocato Naceur Aouni, il governo attuale non avrebbe fatto i cambiamenti necessari, come affermato in una conferenza stampa. "Nulla e' cambiato", dice Amal, 35 anni, "e se non si fa pulizia nell'ambito della magistratura, ci sara' la seconda rivoluzione".

sabato 6 agosto 2011

Turismo in Tunisia durante Ramadan? Si grazie

Molti lettori e amici continuano a chiederci come vanno le cose in Tunisia, se sia sicuro viaggiare per il paese e cosa puo' aspettarsi un turista durante questo periodo "caldo"...in tutti i sensi. Nessuno puo' negare che la sicurezza in Tunisia sia peggiorata, se confrontata con la "supersicurezza garantita" durante il regime, come accade in molti stati di polizia. Oggi e' un paese normale. Si sentono storie di furti, come un po' ovunque. Il "morto" di Sidi Bouzid (non la nota meta turistica di Sidi Bou Said) e' stato un caso alquanto isolato e comunque legato (senza per questo giustifarlo) ad una protesta assai importante. E' una localita' fuori o difficilmente inclusa nei circuiti turistici a circa 4 ore di strada da Tunisi. Ma il motivo piu' stimolante per venire in Tunisia e' che si respira la storia, un'effervescenza mai vista, un'esplosione di eventi culturali. Il fatto che nel mese di Agosto si festeggi il Ramadan, non puo' che esser un'altra opportunita' di scoperta per il viaggiatore. Se durante la giornata e' difficile trovare ristoranti aperti (a parte quelli degli hotel), la sera dopo la rottura del digiuno, l'intera Tunisia si riversa nelle strade per festeggiare, in un clima allegro e spumeggiante. Persino la medina di Tunisi (mai molto frequentata la sera durante l'anno), si "accende". E' un'esperienza unica. Un'altro grande vantaggio e' che le spiagge sono vuote (difficilmente occupate da chi digiuna e non puo' bere per tutta la giornata) e quindi si possono godere delle meraviglie della costa tunisina, lontano dalle calche estive tipiche di molte localita' balneari Italiane
A raccontare l'esperienza del Ramadan, e' anche Irene Panighetti, una delle lettrici del blog e del nostro libro. Irene voleva scoprire la nuova Tunisia e i misteriosi Italiani di Cartagine, per questo ci ha contattati poco prima di partire, senza tour operators ma all'avventura, con tanta voglia di conoscere. Passare il ramadan in un paese arabo è un’esperienza da fare - racconta Irene - E' molto interessante ed importante se ti interessa entrare e scoprire il paese che ti ospita. E se qualcuno lo sconsiglia non bisogna dargli retta. Non sono musulmana, né religiosa, anzi sono razionalista e materialista. Eppure è il mio terzo ramadan in un posto a maggioranza musulmana: i primi due sono stati in Palestina, in Tunisia è la prima volta. Ho scelto ilquesto come periodo per il mio viaggio perché la religione, che piaccia o meno, fa parte della storia e delle tradizioni di tutti i paesi. Così come il natale mi coinvolge, in quanto italiana, non solo dal punto di vista religioso ma anche sociale e economico. Sotto natale anch’io sento il clima, partecipo alle tradizioni. Così è bene vivere le tradizioni del ramadan, tra chi le sente dal punto di vista religioso, e chi le "subisce" come fenomeno sociale. Si vede la vita delle persone, quella quotidiana, dalla spesa per l’iftar, ai regali. E poi è interessante anche l’aspetto filosofico, per non dire teologico, dell’evento: i ragionamenti sul fatto che non deve essere vissuto come sacrificio ma come purificazione, condivisione, piacere perfino. Le osservazioni economico-sociali fanno scoprire come funzionano i meccanismi di psicologia sociale, dall’incetta di alcuni cibi nei supermercati, come la verdura, i latte o i datteri che servono per i momenti tradizionali della cena. Insomma, chi può scegliere visiti un paese musulmano durante il Ramadan e porti al ritorno l’esperienza e le osservazioni che possono essere uno strumento prezioso di comprensione, ma soprattutto di convivenza consapevole e serena con i musulmani che vivono in Italia, in Francia o in altri posti di tradizione cristiana". Senti il racconto di Irene, che parla anche dell'attualita' in Tunsia, clikkando su questo link

giovedì 4 agosto 2011

Elezioni in Tunisia a rischio?

Elezioni a rischio? Ancora presto per dire. La corsa contro il tempo per registrare la popolazione Tunisina per le prime elezioni post-rivoluzione, e' tutta in salita. Secondo Kamel Jendoubi, il presidente dell'Alta Istanza per le elezioni in data 2 agosto solo 2.276.000 cittadini erano iscritti sulle liste elettorali, cioe' 27 percento degli aventi diritto. Il posticipo della data limite al 14 agosto e' dunque d'obbligo. L'ambizione di Jenoubi e' di arrivare a 4 Milioni

, una cifra alquanto modesta se si pensa che sono crica 7,9 Milioni gli aventi diritto tra Tunisini che vivono in Tunisia e quelli che sono all'estero. Per accellerare le iscrizioni, il governo ha lanciato delle camionette mobili attive doprattutto dopo l'Iftar (la rottura del digiuno), quando la popolazione Tunisina si riversa nelle strade per i festeggiamenti e le passeggiate serali. La blogsfera sembra divisa, con una crescente anti-politica da un lato e un'attivismo sfrenato di chi mostra fieramente il simbolo rosso di chi si e gia iscritto, un simbolo che ormai invade i profili di facebook. La corsa contro il tempo continua