domenica 30 ottobre 2011

Halloween e i spettri del passato....ma la festa continua

In questo fine settimana una buona parte della comunita' internazionale degli espatriati ha festeggiato a varie riprese la profana festa di Halloween. Il venerdi pomeriggio, presso la scuola americana di Tunisi, folle di bambini schiamazzavano vestiti da mostri, pipistrelli, streghe e quant'altro, ricorrendo le caramelle del famoso "trick and treat". Il Sabato e' stato il turno dell'ambasciata dove si e' continuato con il gioco delle immagini spettrali dove si mischia la paura innocente dei bambini e il sorriso dei grandi. Tracciare il parallelo con quello che e' successo qualche ora prima a Sidi Bousid dove il seguito all'annuncio dei risultati elettorali, folle impazzite hanno dato fuoco alle sedi governative e alla sede del partito Ennhada e' forse un azzardo. Eppure proprio di spettri e di streghe del passato si e' parlato. A detta di alcuni giornalisti che si trovavano sul posto nel momento degli incendi, questi sarebbero avvenuti qualche secondo dopo l'annuncio dei risultai, come se fosse stato tutto premeditato. Nessuno amerebbe vedere i propri voti annullati, ma sicuramente la reazione e' stata quanto mai forte. Chi c'era dietro gli scontri? A seconda di Ennhada e di molti osservatori, sarebbe stato l'RCD, in quello che oggi sulla Presse, si definiva l'ultimo spasmo degli orfani della dittatura. Tra gli spettri del passato non vi e' solo l'RCD, ma quella paura dell'Islam in tutte le sue forme, che ha dominato e distorto le "lenti di osservazione" di gran parte dell'occidente, pronta gia' a parlare di "inverno arabo", di dittature velate che si preparerebbero ad un avvento ineluttable, come denuncia questo bell'articolo. Come i bambini a fine serata, e' il caso di vincere le paure. Gli spettri del passato rimarranno sempre nel nostro immaginario, alcuni orfani della dittatura saranno sempre presenti e non mollerano facilmente, come ci sara' sempre chi continuera' a spingere la lotta fra civilta'. Ma per vincere dobbiamo resistere la tentazione di farsi prendere dalla paura. Come conclude l'articolo sulla Presse, il complotto e' fallito e la festa della democrazia continua. E per festeggiare aggiungiamo un video-show di Alessandro Rampazzo per ricordare la gloriosa giornalta del 23 ottobre.

venerdì 28 ottobre 2011

Riflessioni post elezioni

Riportiamo una serie di interessanti riflessioni

  • Analisi sui risultati e sulle nostre usuali paranoie occidentali
  • interessantissimo post su mediaoriente dove si aggiunge il ruolo delle elites Tunisine
  • e una prospettiva alquanto interessati dal poco ascoltato e profondo Sud da Tozeur
 Buona lettura in una notte di coprifuoco a Sidi Bousiz, ma tranquilla per lo piu' altrove.

Tunisia elezioni: I risultati...quasi

  • Ennahdha: 90 sièges  (41,47% )
  • CPR: 30 sièges  (13,82 %)
  • Ettakatol: 21 sièges (9,68 %)
  • Pétition populaire (Al Harida): 19 sièges  (8,76)
  • PDP: 17 sièges (7,83 %)
  • PDM: 5 sièges) (2,3 %)
  • Parti d'El Moubadara (l'initiative): 5 sièges  ( 2,3 %)
  • Afek Tounes: 4 sièges (1,84%)
  • El Badeel Etthaouri: 3 sièges (1,32 %)
  • UPL: 1 Siege
  • Mouvement des patriotes démocrates: 2 sièges
  • Autres: 20 sieges
Finalmente sono usciti i risultati, ma sono ancora contestati, con verifiche ed una promessa di annunciare i dati definitivi l'11 Novembre. La sorpresa della notte e' stata la squalifica di molti seggi di Al Harida, per vari motivi incluso per il fatto di aver messo un ex dirgente RCD come capofila nella circoscrizione Francia 2. In seguito all'annuncio e nella notte qualcuno ha dato fuoco all'ufficio di Ennhada a SidiBouzid (dove Al Harida avrebbe ottenuto molti seggi). ...l'atmsofera si riscalda

martedì 25 ottobre 2011

Proiezioni in Tunisia best links for real time reults -Update

While waiting for officil data, here are a couple of experiments from Tunisian web world and civil society

In attesa dei risultati ufficiali, condividiamo un paio di esperimenti della rete e del mondo delle associazioni di creare delle proiezioni ufficiose sulla base delle informazioni per ora rilevate. Ecco quelle del sito Fhimt.com (dall'arabo vi ho ascoltato....ricordate il discorso di Ben Ali il 13 gennaio?)

Check out the following link for updates and other charts

Potete fare anche voi la vostra mappa attraverso questa pagina excel popolata dai cittadini su questo Link interattivo e utile

Se usate un PC, F5 per aggiornare

La sorpresa di Hachmi El Hamdi riaccende il dibattiito

Ormai in Tunisia non si parla di altro. Mentre la stampa internazionale non parla altro dell'Islam al governo, la grande sopresa non e' piu' Ennhada, ma Hachmi El Hamdi, originario proprio della citta' di Sidi Bouzaid dove e' scoppiata la rivolta nel dicembre del 2010 che ha portato alla fine del regime di Ben Ali, e proprietario di una catena televisiva londinese El Mostaquella. La sua lista El Aridha avrebbe ottenuto 10 seggi (o oltre) soprattutto al sud e centro del paese, e proprio a Sidi Bousid sua roccaforte elettorale. Contro di lui si e' scatenata la rete e sono pronte accuse di violazioni della legge elettorale(e non sarebbe il solo) tra cui quella di aver fatto campagna elettorale dalla sua stazione televisiva Molti lo definiscono il nuovo Gheddafi, alcuno lo chiamano il nuovo Berlusconi. Lo accusano di esser stato prima islamista, poi pro-Ben Ali. Si e' gia' autoproclamato il nuovo Presidente, e potrebbe -temono in molti - esser l'ago della bilancia che assicurerebbe a Ennhada si avere la maggioranza assoluta. La vignetta di Z mostra il sentimento di molti Tunisini, soprattutto qui a Tunisi. Stay tuned

lunedì 24 ottobre 2011

Tunisia: La "doccia fredda" dei primi risultati....non per tutti

Arrivando in ufficio questa mattina mai ci saremmo aspettati una reazione simile. Una collega Algerino-Tunisina inchiodata allo schermo del computer guardando un video su youtube di una folla di esaltati che gridano Allah il grande, "queste immagini mi ricordano l'Algeria 20 anni fa" commenta. Un altra Tunisina che non riesce a trattenere le lacrime e mostra i suo disapputto in maniera sprezzante "non capisco come sia possibile che il grande popolo tunisino sia caduto cosi in basso". I commenti si riferiscono alla vittoria confermata dai primi scrituni dei Tunisini all'estero ormai certa anche in Tunisia del partito filo-islamico Ennhada. C'e' chi su Facebook addririttura oggi ha messo l' immagine della bandiera tunisina macchiata di nero, in segno di lutto. E' la borghesia tunisina che spesso parla, incredula nel sentirsi isolata, si sente una minoranza impaurita da tutto cio' che lo "spettro" dell'Islam ha sempre rappresentato e puo' rappresentare. Sono soprattutto le donne ad aver paura di perdere i propri diritti, anche se Ennhada ha affermato in piu' riprese di non volerli toccare. Un ironico twitter afferma "ora vi vado a bere un ultimo bicchiere prima che non si possa piu' fare". Eppure a molti appariva evidente, a nostro avviso per 4 ragioni principali (i) dopo 20 anni di repressione nei confronti dell'islam politico (e di fatto anche religioso), il movimento islamico non poteva che prendere forza (ii) in temi di crisi e di transizione, il valore religioso rappresenta in tutti i paesi un ancora forte (iii) Ennhada ha condotto una campagna elettorale assai aggressiva, giocando abilmente le carte dell'avvicinamento all'occidente, con gli occhi aperti a consiglieri anomali e spesso stranieri, come l'Italiano Giacomo Fiaschi, che ha aiutato a fare da ponte con il mondo politico e anche religioso italiano (iv) Ennhada ha disposto di risorse finanziare e di una mobilitazione sul territorio che nessun partito poteva eguagliare. Ma e' proprio parlando con la gente che si capisce che, a parte tutto, il partito di Gannouchi ha una forte presa sulla gente, anche qui nei quartieri ricchi della Tunisi bene. Molti lo vedono come l'unico partito che non e' mai venuto a patti con il regime, alcuno lo definiscono come il partito degli onesti (nostante alcuni trucchetti elettorali di cui abbiamo gia' parlato), altri ne ammirano la semplicita' dei messaggi politici. Quello che soprende e' il divario tra diverse realta' che coesistono: una borghesia imprigionata da cliche' e dalle paure di cui siamo stati anche noi vittime; la frammentazione delle forze politiche vittime di personalismi che hanno portato ad una moltipicazione di liste causando una inevitabile dispersione di voi; e le aspirazioni della gente comune: alla ricerca di valori come l'onesta, la ricerca di identita', la voglia di trovare una soluzione rapida ai propri problemi economici e sociali. In fondo la neonata democrazia tunisina paga ancora lo scotto della propria giovinezza. In pochi hanno di fatto affrontato i problemi economici con seri discussioni su programmi. E' cosi che il dibattito e' finito a vertere sui "valori" (gioco molto pericoloso come noi Italiani sappiamo bene) e la semplicita' dei messaggi ha vinto. In tutti i casi il vincitore oggi dovra' affrontare la crisi economica con le magre risorse dello stato tunisino e a tenere testa alle promesse elettorali. Oggi la Tunisia ha quanto mai bisogno di investitori e di consenso. Ennhada dovra' dunque costruire un'alleanza con altri partiti. Diversamente da quanto speculano molti, Ennhada non potra' avere piu' degli 80 seggi concessi (tetto massimo) sugli oltre 217 previsti e concessi da una legge elettorale. La Tunisia deve accettare qualsiasi risultato e costruire sulle lezioni di queste prime elezioni, affrontando i problemi reali. La societa' civile dovra' certamente esser vigile ma evitare le polarizzazioni degli ultimi giorni. (vedi foto). Come scriveva un blogger questa sera "Non credo che il 30% dei Tunisini siano degli estremisti, ma se li demonizziamo non facciamo che radicalizzarli". Ci piace concludere questo post (ma spero che il dibattito continui) con un altro bel twitt "Islamisti o no, l'immagine della Tunisia rimane e rimarra' quella della sua pluralita''". Voi che ne pensate?

Elezioni in Tunisia: Il primo risultato

Non e' molto comune che le elezioni diventino giornate di festa, ma cosi lo e' stato in Tunisia, dove si stima che il 90% dei neo iscritti alle liste si sia recata al voto. A Tunisi i seggi elettorali erano pieni di gente, in fila, ordinati. Chi si aspettava le tipiche pratiche "mediterranee" di chi prova a fare il furbo in fila e litiga anche per nulla, e' rimasto a bocca asciutta. I tunisini hanno rotto ogni stereotipo offrendo un grande esempio di dignita ....e pazienza. L'attesa media e' stata di 3-4 ore. Eppure persone di tutte le eta' attendevano con pazienza. Come questo ultraottantenne che con pazienza ha atteso questo gran momento della sua vita.
Il tutto all'insegna di grande trasparenza. Tuti potevano guardare, osservare. Anche a noi e' stato concesso di filmare da dentro il seggio, per mostrare al mondo che in Tunisia non c'e' piu' nulla da nascondere. Fuori dei seggi c'era chi suonava i clacsons a festa. Anche noi italiani abbiamo voluto festeggiare e lo abbiamo fatto con i nostri figli e altri amici proprio di fronte alle-ex-parco giochi dei figli del Presidente Ben Ali, ora reso pubblico, in cima alla collina di Sidi Drif, davanti alla sua ex residenza.

Alcune prime previsioni "inofficiali" stanno gia' uscendo su vari siti, come su quello di Radio FM
. I dati ufficiali saranno disponibili domani sera. Per ora preferiamo non guardare le previsioni e ricordare le parole di un osservatore elettorale tunisino che alla domanda "chi vincera' queste elezioni?" ha risposto "oggi ha vinto la Tunisia e il mondo arabo". Questo e' il primo grande risultato di questo memorabile 23 ottobre

domenica 23 ottobre 2011

Tunisia: the Victory of Democracy (la vittoria della democrazia)

Carthage 23 ottobre. Dalle prime ore del mattina non riusciamo a pensare ad altro,vogliamo uscire, esser parte della storia che si sta scrivendo nuovamente e proprio dietro casa. Ci riteniamo fortunati anche oggi, a 10 mesi dalla rivoluzione che ci ha regalato emozioni indimenticabili,per l'opportunita' che la Tunisia ci sta offrendo di esser testimoni di un altro momento glorioso. Sono solo i nostri bambini a trattenerci in casa. Sono troppo piccoli per capire cosa sta succedendo. Ci colleghiamo alla rete - come quando mesi fa non si poteva uscire e il web era la nostra "strada" - e vediamo immagini che gia' circolano a grande velocita'. Sta vincendo la democrazia. Il famoso dito blu di chi ha votato e' diventato ormai un simbolo della rete, nascono hashtags che esplode sulla rete. E' chiaro che tutto il mondo sta osservando con impazienza e curiota' questo momento storico. Riusciamo a convincere i figli di uscire per una passeggiata. Vicino casa abbiamo una scuola dove oggi si vota. Gia' dalle strade vicine, si vede gente che si affretta ad andare a votare. C'e' un atmosfera di grande ordine e solidareta'. C'e' chi accompagna anziani mano nella mano o in macchina. Donne, bambini, uomini di tutte le eta' accorrono verso la scuola. All'ingresso del cortile di vede una grande fila che in maniera ordinata, a serpentina occupa tutto il piazzale.
Intervistando alcuni presenti, chiediamo da quanto tempo attendono in fila. Un ragazzo, ormai vicino all'urna, si confida "sono arrivato alle 7:00 del mattina e sono in fila da 3 ore e 1/2, ma in realta' sono ventanni che aspetto, quindi 3 ore non e' niente in confronto....poi siamo qui tra amici". Si respira un'aria di grande speranza. Inconriamo una vicina di casa che fieramente ci ha mostrato il suo dito blu. Non riusciamo a trattenere le lacrime. Il contrasto con il nostro paese, dove molti hanno gia' perso ogni speranza, dove da mesi c'e' chi reclama un vero cambiamento, le elezioni, di voltare pagina, e si trova di fronte ad un muro insormontabile. Tutto cio' ci riempe di rammarico e tristezza. Riuscira' anche il nostro paese ad avere un momento simile? Che la Tunisia sia di ispirazione per tutti, che dia speranza a nostro paese e a tutti i paesi oppressi.

Election Day in Tunisia: guida ai naviganti

Siti per seguire le elezioni. :

Twitter Hashtage:

Guardian Blog

Commenti su Globalvoices

Rapporti sulle irregolarita'

Previsioni Facebook

....e presto su questo blog il resoconto di questa giornata storica.

venerdì 21 ottobre 2011

I mille volti del pre-elezione

C'e' un atmosfera surreale a Tunisi e realta' e vissuti paralleli si incrociano. La citta' e' piena di giornalisti internazionali (non se ne sono mai visti tanti !) spesso affannati nella ricerca di unintervista, uno scatto, una notizia per "bucare" lo schermo distratto di molti lettori internazionali, quanto mai alle prese con le crisi greche, italiane e americane. Diversamente dalle previsioni che vedevano questo come il momento di grande visibilita' per la prima elezione democratica dopo la primavera araba, distoglere l'attenzione dell'occidente dai propri problemi e' assai difficile. Ma la grande difficolta' e' che il paese e' in effervescenza e nemmeno i blogger piu' disponibili hanno tempo per offrire interviste. Tutti impegnati per la campagna elettorale. Cosi come i numerosi osservatori internazionali, oltre 500, in gran parte europei e americani. Ci sono tutti: Comunità Europea (oltre 200 osservatori), Fondazione Carter  (oltre 80), The National Democratic Institute, Organizzazione Internazionale della Francofonia (una cinquantina) e tanti altri. Corrono da una parte all'altra, presidiano alberghi, conferenze. Per molti di loro sono stati organizzati corsi intensivi di storia e di attualita' tunisina. Giornalisti e osservatori, spesso digiuni alla realta' tunisina, si affannano a comprendere in poco tempo una realta' e un contesto che appare incomprensibile. Sono affamati di contatti, cercano di capire, ma il tunisino e' irrangiungibile. Qualche giorno fa la famosa blogger Lina Ben Mhemi ha scritto sul suo blog: "giornalisti non contattatemi piu'". I tunisini sono impegnati a vivere e partecipare alla loro pagina di storia. Oltre 7000 osservatori nazionale e volontari tunisini pronti ad assicurarsi che le elezioni si svolgano in modo regolare. Sono eccitati, ma anche impauriti di cio' che puo' succedere. E' un atmosfera calda, che si consuma tra avvertimenti, come quelli dell'ennesima protesta prevista oggi ma mai veramente consumata, forse l'ultima prima delle elezioni. Gente comune gira con volantini in mano, i muri sono tappezzatti di poster. C'e' confusione. Oltre 100 partiti e 1000 lista tra cui scegliere (con tanto di errore sulla scheda - vedi foto). Si cerca di ricordare il numero del partito da votare, ben piu' importante del logo o del nome, che qualcuno ricorda in arabo o in francese (spesso la traduzione non e' letterale). Poi ci sono i Libici ormai residenti da mesi, che fanno parte del tessuto della nuova societa' Tunisina, quanto mai aperta e integrata. La morte di Gheddafi ha dato loro un grande sussulto, hanno festeggiato insieme ai "fratelli" tunisini, davanti alla loro ambasciata a Tunisi e nelle strade. Venditori ambulanti vendono i gadgets con la nuova bandiera della Libia. Il grande giorno per loro e' stato ieri, un giorno partecipato con i tunisini, unico momento a distogliere la loro attenzione dalla corsa alle elezioni. L'altro grande contrasto e' tra chi ha deciso di votare e fa di tutto per incoraggiare altri a fare lo stesso nelle forme piu' creative, e chi ha deciso che a votare non ci andra'. Ebbene si, c'e' chi e' deluso che nulla e' cambiato. Ma la voce di incoraggiamento e' venuto dall'imam della moschea centrale vicino Passage (quella da cui spesso partivano i cortei) che ha tuonato contro chi ha deciso l'astensione. Senza dare suggerimenti alcuni, ha affermato "Bisogna andare a votare almeno per onorare la morte dei martiri della rivoluzione". Diversamente da quanto si prevedeva in questo ultimo venerdi pre-elettorale, dopo la preghiera i fedeli sono tronati nelle loro case o al lavoro. Ormai la strada della democrazia e' quanto mai aperta. Che vinca il migliore!

Il ritorno di Ben Ali in Tunisia?

Scherzo fantastico per incoraggiare la gente a votare in Tunisi. Se non andate a votare, Ben Ali puo' tornare
  

martedì 18 ottobre 2011

Elezioni: Guida al voto dei Tunisini in Italia

Riceviamo e alleghiamo la guida al voto in Italia e ricordiamo il sito www.isie.tn cotiene tutte le info necessarie

domenica 16 ottobre 2011

Rivolte a confronto, le infiltrazioni estremiste che fanno male

Negli ultimi giorni l'Italia e la Tunisia hanno vissuto dei paralleli e dei contrasti assordanti per chi come noi, si trova semre piu nel mezzo di queste due sponde del mediterraneo ch si attraggono e si respingono. L'Italia vive oggi un dramma per molti aspetti simile a quello che si viveva qui nel dicembre dello scorso anno. Precarieta' dilagante, disoccupazione giovanile alle stelle, diparita' regionale, ma soprattutto lo sconforto che la fine del regime non sia piu; cosi vicina. Cosi come nella seconda meta' del 2010, la campagna per la ricandidatura di Ben Ali e la revisione della costituzione per un ennesimo mandato frantumo' ogni speranza di un cambiamento gradule, similmente lo "schiaffio in faccia" dell' ennesma fiducia al governo Berlusconi ottenuta il 14 Ottobre, mi fa sentire nella pelle quella frustrazione che sentivano in Tunisini prima della rivoluzione, mutatis mutandis. Le vibrazioni della mia rabbia si incontrano certamente con tutti coloro che nella sponda Nord stanno perdendo le speranze. chi ormai non nutre piu' nessuna speranza in un cambiamento. Rabbia che si scontra con le immagini dei black blocks, riportata abilmente da Claudia Vago in un suo articolo, con cui si chiede come e' possibile che l'Italia non possa seguire l'esempio di altri paesi nell'ondata di una rivolta pacifica, proposiva e per questo vincente. La foto che circola si facebool su un sospetto uomo delle forze, servizi segreti, o quant'altro che fa il palo ai Black blocks mi ricorda i racconti della Kasbah (il movimento che ha fatto cadere i primi governi di transizione tunisini fino ad un epurazione di uomini dell'RCD), quando personaggi sospetti spargevano siringhe e spinelli per mostrare che si trattasse di un gruppo di drogati.Se dietro i back blocks ci sia lo stato, dei fanatici o quant'altro lo affermera' la storia, ma il risultate e' che di quella protesta ora si ricordano quelle immagini prima di tutto e il dibattito e' sulla madonnina rotta o sul ruolo della polizia, invece che sulla richiesta di dignita' (karama direbbero da queste parti) emerso dalla piazze e le risposte da dare al paese. Un messaggio di speranza, che vale per tutte le due sponde e' emerso poche ore fa ore fa a Place Pasteur, nel centro di tunisi, dove una centinaia di ragazzi e ragazzi Tunisini hanno indetto una marcia spontanea contro gli estremismi e le polarizzazioni del giorni passati.. I Tunisini lo hanno capito e lo hanno mostrato. L'estremismo non fa che favorire lo status quo, ci vuole una rivolta propositva, non-violenta e soprattutto continua. La speranza e' che dopo che i riflettori si spengono su qesta vicenda, il popolo Italiano sia offrire quella determinazione e continuita che i Tunisini hanno saputo dare nei gloriosi 30 giorni, che abbiamo raccontato nel nostro libro, e che hanno permesso una rivolta epocale. Che la lotta continui, e mai come oggi dobbiamo essere uniti!

venerdì 14 ottobre 2011

Tunisia: un triangolo pericoloso

E' emersa oggi la notizia dell'arresto presso El Agba, in un quartiere di Tunisi, di due inidividui di doppia nazionalia' canadese e tunisina, in possesso di armi da fuoco Kalachnikov, munizioni e caluta estera. Finora nulla di nuovo. Non e' la prima volta che le autorita' trovano persone entrate piu' o meno legalmente sul territorio in possesso di armi. In mattinata era anche circolata l'informazione di una sparatoria a La Marsa, nella ricca perferia Nord del paese. Si tratta di spari messi subito a tacere dal pronto intervento delle forze dell'ordine. La giornata e' proseguita con importanti manifestazioni in centro citta' di folle al grido di Allah il grande. Si riporta anche l'attacco alla casa di Karoui, azionario di Nessma. In serata il sito di aljarida ha annunciato che il primo ministro del governo di transizione sarebbe pronto a dare le proprie dimissione, notizia rivelatasi prontamente falsa. Il proprietario del sito Noureddine Ben Ticha, sarebbe un uomo vicino al vecchio regime. Sembra che sia emergendo un pericoloso triangolo tra forze del vecchio regime, che stiano soffiando sul fuoco dell'ondata islamista, per creare caos - un atteggiamento rafforzato dallo spargere di false notizie - e la presenza di armi, di provenienza assai incerta. Si anticipano delle giornate assai calde....

NESSMA, Islam, Italia il gioco si fa duro


Sono bastate poche ore dall'attacco alla emissione NESSMA (canale TV commerciale con partecipazione del gruppo Mediaset), per scatenare un dibatttito, infiammatosi sulla rete sulla portata di un tale gesto. Le iniziali grida di allarme per un attacco di Salafiti e di un duro colpo alla lberta' di espressione, sono stati attenuati da video che mostrano gruppuscolo relativamente inoffensive, che avrebbero montato una protesta, in realta' molto meno violenta di quanto annunciata. Addirittura una parte dell'opinione pubblica ha chiamato ad una possibile manipolazione che favorisce la TV "di Berlusconi" e non fa altro che polarizzare il dibattito, mettendo in discussione l'Islam. Su facebook appaiono messaggi, come quello di Rahib "Ma chi ha detto che NESSMA è stata attaccata per motivi religiosi ?? Oramai in Tunisia qualsiasi cosa legata ad un personaggio del mondo occidentale ( come Berluscono per NESSMa) viene attaccata subito su grida '' al salafita''. Molti cittadini in Tunisia ( fra cui io ) sono in dissacordo con quello che manda in onda l'emittente in quanto influenza negativamente i giovani . Tutto qua, ti piacerebbe avere una televisione tunisina simile a quella italiana ? Dove la moralità e il pudore sono valori sconosciuti ?? Abbiamo una gioventù brillante non la roviniamo come in Italia o in altri paesi". - Dopo la fine della paura di Ben Ali, e' oggi spesso la paura di modelli non certo di successo a spaventare la Tunisia. Mi vengono in mente le parole di un ragazzo Tunisino residente in Italia da anni, alla ci domanda su quali saranno le sorti del paese dopo le elezioni mi rispose "ho paura che la Tunisia con la democrazia diventi come l'Italia" - E' l'immagine di una decadenza culturale e politica di un paese, che - democraticamente - ha eletto e tenuto galla un leader che tutti detestano, ma che non molla la presa, diversamente al presidente Tunisino pronto a cedere il posto a nuovi eletti, un'altra lezione di stile di un paese che si dimostra sempre piu' maturo, nonostante la tenera eta' della sua democrazia del "bel paese" dove servira' un miracolo per scuotere un primo ministro in affanno dalla sua poltrona. Di fronte a tale decadenza nella sponda nord del mediterraneo, di cui Nesmma rappresenta per molti uno specchio pronto a replicare immagini e abitudini (la stessa emittente qualche mese fa aveva mandato in onda uno spot "Forza Tunisia". Ricorda qualcosa?), emerge una spinta a riaffermare valori tradizionali, un Islam senza compromessi. E' la storia delle 53 ragazze che sfidano la legge e le universita' per poter indussare il Niqab (il velo che copre il corpo tranne gli occhi). La polarizzazione doventa sempre piu' forte e a guadagnare sono proprio quelle forze estreme, incluse quelle commerciali che colgono l'occasione storica per convertirsi in "paladini" della liberta', dopo anni di appiattimento e di sostegno al regime. E' un clima che non aiuta l'elettore ancora confuso che tra 10 giorni scegliera' le sorti di un paese ancora al bivio.  Nel frattempo riceviamo un messaggio dell'Unita' di Crisi, ormai inconfondibile, che ci avverte di manifestazioni previste per il Venerdi 14 Ottobre su Avenue Bourghiba (centro citta'), lo stesso giorno in cui a Roma di decide sulla possibile sfiducia di Berlusconi. Stay tuned.

martedì 11 ottobre 2011

Al Jazeera: Who are Tunisia's political parties?


Sam Bollier on Al Jazeera (09 Oct 2011)

Who are Tunisia's political parties?

On October 23, Tunisian voters will have 81 parties and hundreds of independent candidates to choose from.


dai quotidiani italiani

Guida alle Elezioni in Tunisia
da "il Post" del 9 Ottobre 2011


Il 23 ottobre si vota per eleggere l'Assemblea costituente: in campo un grosso partito di ispirazione islamica e molti più piccoli partiti laici

In Tunisia è iniziata la campagna elettorale per le prime elezioni dopo la caduta del regime di Zine El Abidine Ben Ali, avvenuta il 14 gennaio scorso dopo 23 anni di dittatura. Il 23 ottobre oltre 7 milioni di tunisini sceglieranno tra 80 partiti e centinaia di candidati indipendenti i 217 membri dell’Assemblea Costituente, che avrà il compito di stilare la nuova Costituzione. Inizialmente le elezioni dovevano tenersi a luglio ma sono state posticipate su richiesta della Commissione elettorale per ragioni logistiche. L’Unione europea manderà 150 osservatori per controllare la regolarità del voto [..]

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lunedì 10 ottobre 2011

dai quotidiani italiani

Gli attacchi degli islamisti in Tunisia
da "il Post" del 9 Ottobre 2011

«A due settimane dalle prime elezioni dopo Ben Ali aumentano gli assalti degli estremisti: oggi è stata attaccata una tv che aveva trasmesso Persepolis»


A due settimane dalle prime elezioni libere dopo la caduta di Ben Ali, gli estremisti islamici agitano la Tunisia. Ieri mattina un gruppo di islamisti ha fatto irruzione nell’università di Susa, a 150 chilometri a sud della capitale Tunisi, dopo che una studentessa non era stata ammessa perché indossava il niqab, il velo totale delle donne musulmane che copre tutto il corpo a eccezione degli occhi. Poche ore dopo circa 200 estremisti sono entrati nell’edificio, minacciando i professori ed esponendo cartelli contro il divieto del velo totale deciso dal ministero tunisino dell’istruzione all’inizio dell’anno accademico. In serata circa duecento donne tunisine, venute a sapere delle aggressioni di Susa su Facebook, sono scese in strada nella periferia di El Menzah, una città della Tunisia, per protestare contro il raid degli estremisti.
La tensione è tornata a salire nella giornata di oggi, quando centinaia di islamisti sono tornati a protestare all’università di Tunisi contro il divieto del niqab negli atenei, per poi spostarsi a nord della città, nel quartiere popolare di Jebel El Ahmar, dove hanno attaccato la polizia in tenuta antisommossa con pietre, coltelli e bastoni al grido di “Allahu akbar” (“Allah è grande”). Testimoni riferiscono di poliziotti in fuga dai manifestanti, che in seguito sarebbero stati comunque dispersi.
Le violenze, tuttavia, sono proseguite. Sempre oggi un gruppo di circa trecento salafiti ha attaccato a Tunisi la tv privata Nessma (di cui tra l’altro è azionista anche Mediaset). Dopo aver minacciato di morte editori e giornalisti, gli estremisti hanno tentato, senza successo, di dar fuoco agli studi televisivi, prima di essere respinti dalla polizia. L’attacco dei salafiti è scaturito dalla recente messa in onda di Persepolis, il film di animazione di Marjane Satrapi ispirato al suo omonimo graphic novel. Il film racconta, attraverso gli occhi di una bambina, gli ultimi giorni dello scià iraniano prima della rivoluzione dell’ayatollah Khomeini. «Subito dopo la messa in onda del film, abbiamo ricevuto minacce di morte su Facebook», ha dichiarato il presidente di Nessma, Nebil Karoui.
L’attacco di Nessma ha ricordato un episodio di violenza molto simile, accaduto lo scorso giugno, quando un gruppo di salafiti attaccò un cinema di Tunisi per aver proiettato il film Ni Dieu, Ni Maitre (“Nessun dio, nessun maestro”) della regista franco-tunisina Nadia El Fani, una pellicola molto critica nei confronti delle fazioni più estreme e politicizzate dell’Islam. Nel febbraio scorso, invece, a poche settimane dalla caduta di Ben Ali, decine di islamisti avevano provato a dare fuoco a un quartiere di Tunisi famoso per i suoi bordelli che, secondo gli estremisti, «devono essere tutti chiusi, perché le donne in Tunisia non possono essere trattate come divinità».
Nelle elezioni del 23 ottobre, le prime della Tunisia liberata nove mesi fa dal regime di Ben Ali, si voterà per eleggere l’Assemblea costituente, che sarà incaricata di redigere una nuova Costituzione. Secondo gli ultimi sondaggi, tra le ottanta liste iscritte, il partito islamista Ennahda dovrebbe ottenere il maggior numero di voti. Come in seguito all’attacco alla tv Nessma, i vertici di Ennahda hanno spesso preso le distanze da simili episodi violenti, dichiarando di voler applicare i principi islamici con “la giusta moderazione”. Tuttavia, come nel caso del film di Nadia El Fani, secondo Ennahda alcuni attacchi degli estremisti vengono scatenati “da alcune provocazioni contro l’Islam”.
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domenica 9 ottobre 2011

dai quotidiani italiani

Tunisia chiama Italia: Riaprire rubinetti immigrazione legale

da "il Fatto Quotidiano" del 9 Ottobre 2011




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giovedì 6 ottobre 2011

Incontrate Italiani di Cartagine in Italia!

Cari lettori. Siamo lieti di informarvi che alcuni membri di Italiani di Cartagine saranno in Italia nei prossimi giorni per una serie di presentazioni del libro Non Ho Piu' Paura, Diario di una Rivoluzione. Eccovi gli appuntamenti
Speriamo di conoscere molti di voi

mercoledì 5 ottobre 2011

Le caramelle di Ennhada e il paese dei balocchi

Sanna lavora come segretaria nel mio uffico. E' una ragazza giovanissima, personalita' frizzante e dinamica. Non parla mai di politica, retaggio ancora di una generazione cresciuta alle insegne del taboo della politica. E' cresciuta negli anni di Ben Ali, non ha visto altro nel proprio paese, anche se di democrazia ne ha sentito parlare, come tutti i Tunisini, esposti all'occidente come pochi. Andiam oa pranzo in una giornata come tante altre, un sandwich rapido per tornare ognuno alla propria scrivania quanto prima, ambedu sommersi di lavoro. Il tempo del sandwich e' quanto basta per un'apertura spontanea. "Lo sai che domenica sono passati quelli di Ennhada (il principale partito islamista tunisino) nel mio quartiere?". Erano una dozzina di macchine, suonavano a festa, distribuivano caramelle ai bambini, facevano promesse che se Ennhada avrebbe vinto le elezioni, ci sarebbe stata una ripresa economica: sussidi per disoccupati, sussidi ai trasporti ....il paese dei balocchi insomma - mi viene da pensare - ma e' lei stessa ad anticiparmi "il governo non ha soldi, come fanno a promettere tutto cio?'". Sanna non ha certo una laurea in economia, ma il suo buonsenso non si allolontana da una realta' che vede la Tunisia quest'anno a crescita ZERO e che prevede un deficit per il prossimo anno che tutti ormai prevedono attorno al 7 per cento del Prodotto Interno Lordo....altro che Regole di Maastricht. Chiedo - forse un po' sfacciatamente - "ma vi erano donne in quelle macchine?" "Certo - risponde - e portavano tutte il velo, c'erano anche uomini con la barba lunga" (tipico dei Salafisti, frazione delll'Islam ortodossa). Questo racconto si aggiunge quello di altri, che ci han parlato di strategie ben piu' aggressive che le caramelle. In alcune localita' il partito islamico offre di pagare le bollette del telefono, della luce. Mi ricorda quello che facevano i democristiani nel dopoguerra in Italia, scarpa destra prima e sinistra dopo le elezioni. Eppure non solo nei metodi i partiti a ispirazione religiosa si somigliano, ma nella forza aggregratrice che il messaggio semplice dell'appartenenza alla religione puo' dare, soprattutto in tempo di crisi. Non a caso, uno dei consulenti politici di Ennhada e' un italiano di formazione cattolica, anche lui traccia i paralleli tra i due fenomeni in una intervista su Nena News. Ma la domanda del secolo e', sara' Ennhada un partito aggregatore, come lo e' stato la DC? o ci sara' una frattura tra Ennhada e il resto del paese? Sara' in grado di mantenere le promesse di liberta' religiosa?....ma soprattutto, riuscira' il partito che ormai tutti prevedono come lo scontato vincitore delle elezioni a far ripartire l'economia e a convertire la Tunisia nel paese dei balocchi?