lunedì 6 febbraio 2012

Tunisia contro Siria: coraggio o manipolazione?

Di fronte alle atrocita' commesse dal regime Siriano in questi giorni, l'espulsione Tunisina dell'ambasciatore di Damasco e la chiusura dell'ambasciata Siriana a Tunisi appare a molti un atto di grande coraggio, una ricnonferma del ruolo di leader da parte del paese che rappresenta al giorno d'oggi la "success story" di quella primavera araba, che continua a protrarsi oltre le "stagioni" e i confini e di cui la Tunisia ha acceso la prima fiamma. Dopo aver visto dei video agghiaccianto come questo (che sconsigliamo a persone particolarmente sensibili e minori), la reazione immediata all'annuncio del governo Tunisino e' di estrema stima e orgoglio. Di fronte al silenzio delle grandi potenze, all'incapacita' della NATO o delle Nazioni Unite di applicare alla Siria un trattamento simile a quello decisivo nel sostegno della guerra di liberazione libica, il gesto della piccola Tunisia e' senz'altro degno di nota. Eppure i Tunisini alle prese con le festivita dell'anniversario di Maometto, sembrano aver accolto con gran freddezza e sospetto la decisione del governo di Ennhada, sempre piu' in difficolta' sul piano interno. L'orgoglio tunisino viene presto offuscato dall'idea ormai prevalente tra l'intellighenzia locale, che il paese sia in mano al Qatar, piccolo paese che di questa primavera araba, ne ha fatto il cavallo di battaglia per un posizionamento geostrategico senza precedenti e che stia usando la Tunisia per portare avanti la sua strategia di abbattimento di regimi "scomodi", una strategia che passerebbe per la catena televisiva Al Jazeera fino al sostegno finanziario ai nuovi paesi amici (come il famoso prestito "agevolato" del Qatar di 500 Milioni di dollari di cui si parla da tempo in Tunisia). In questa vignetta apparsa su una rivista online Tunisina, si ipotizza un secondo fattore di pressione su questa decisione, cioe' la volonta' degi Stati Uniti - ormai assuefatto all'idea di avere regimi democratici dove prevalgono forze islamiche -  di annientare gli Ezbollah attraverso il loro "protettore Siriano" e proteggere Israele dal suo storico nemico, in vista di un accanimento dell'Iran. Anche in questo caso, la strategia passerebbe per la Tunisia. Manipolati o no, l'attivismo del piccolo paese interpella sempre di piu' l'Europa assente, distratta e incapace come di fronte alla prima rivoluzione poco piu' di un anno fa ad esprimere una capacita' di propulsione e di azione, lasciando sempre piu' ai nuovi "nani" della diplomazia fare la parte del leone.

sabato 4 febbraio 2012

frammenti

Succedeva poco piu' di un anno fa, in un reportages di Filippo del Budda ed Alessandro Doranti sui movimenti di Cashba 1 e 2, ma non solo.