domenica 13 gennaio 2013

14 Gennaio tra amarezza e nuove paure

Domani si celebra in tutto il paese il secondo anniversario dalla rivolta che a messo fine alla dittatura di Ben Ali e ha dato inizio alla cosiddetta primavera araba. Dopo soi 24 mesi da questo momento storico, piena di fervori e nuove speranze, il sentimento generale che si cattura e' quello di un passaggio a un sentimento di malinconia, sospetto, sdegno nei confronti di una "rivolta - ci tengono a precisare ormai in molti - non una rivoluzione". Una rivoluzione porta ad un nuovo ordine, oggi la Tunisia e' per lo piu' in una transizione o in un nuovo "disordine".  "Perche' festeggiare domani? - ci chiede il panettiere di Carthage - domani a festeggiare sara solo il governo. Non sono certo loro (con chiaro riferimento Ennhada, il partito islamico al governo) ad aver fatto la rivoluzione. Sono i giovani e i poveri dell'interiore del paese! Per questa gente nulla e' cambiato". Nulla e' cambiato, e' la frase che piu si ascolta tra le strade di Tunisi. Anzi molto parlano di cambiamenti in peggio. L'idea di un "inverno islamico dopo la primavera" e diventato un tormentone e un immagine molto chiara delle nuove paure. E il tema della paura, di cui tanto avevamo parlato sul nostro libro descrivendone come la sua fine sia stato il vero motore della rivoluzione, si riaffaccia oggi come tema portante del dibatto tunisino. Paura di una islamizzazione, paura di un ritorno ad un partito-stato onnipresente, paura di un futuro sempre piu' incerto, paura di perdere le nuove liberta' acquisite, paura anche si scendere su Avenue Bourghiba, per assistere ad una celebrazione che si presenta non priva di rischi in termini di sicurezza pubblica. Quanto siamo lontani dai 50-100,000 persone che 2 anni fa scesero rischiando tutto e tutti, pieni di coraggio e speranze per un futuro migliore.

sabato 12 gennaio 2013

Souk Attanmia ripartire con i giovani e l'innovazione

Costruire un nuovo paese basato sulle idee dei giovani e sulla valorizzazione dello spirito imprenditoriale, in una nuova Tunisia post-rivoluzionaria: è questo il tema dell’evento che si terrà il 10 gennaio 2013 alla Cité des Sciences di Tunisi. Luogo simbolo della gioventù tunisina, si trasforma oggi nel palcoscenico sul quale verrannno premiati 71 giovani che sono riusciti ad emergere con delle idee innovative.

Vengono con le loro speranze, sono giovani, per la maggior parte disoccupati, rappresentanto il caleidoscopio della nuova Tunisia che emerge dalla rivolta che due anni fa ha messo fine alla dittatura di Ben Ali, oggi liberi dalle pressioni e dalle influenze del vecchio regime. “Una dittatura che reprimeva non solo le libertà individuali, ma anche l’iniziativa economica libera” dichiara Douja Gharbi, imprenditrice e Vice Presidente di CONECT, una’associazione patronale nata dopo la rivoluzione e partner dell’iniziativa, oggi libera di esprimere il suo potenziale.

Per sostenere la realizzazione di questo progetto, unico nel suo genere in tutta l’Africa, venti partners, a partire dalla Banca Africana di Sviluppo, passando alla società civile, al mondo associativo, ma anche alle grandi imprese come Microsoft, Total, Tunisiana, terminando con i classici dello sviluppo, le Nazioni Unite (FAO, ILO, UNIDO, OIM), si sono lanciati in questo programma che offre non solo finanziamento ma anche accompagnamento per un anno. L’iniziativa Souk Attanmia si è dimostrata unica nella sua capacità di costruire una nuova forma di cooperazione tra partners pubblici e privati, e di creare un network che permette ai promotori di espandere i propri orizzonti, di entrare in contatto con organizzazioni internazionali e grandi imprese.

Tra i partners, nessun logo italiano. Tuttavia, gli italiani non mancano: Monica Carco, rappresentante residente dell'UNIDO (organizzazione specializzata nello sviluppo industriale) a Tunisi; Lorena Lando, rappresentante dell’organizzazione mondiale per le migrazioni (OIM). Italiano è anche il coordinatore dell’iniziativa, Emanuele Santi, economista incaricato della Tunisia presso la Banca Africana di Sviluppo. “Oggi la Tunisia ha bisogno di un rilancio economico per riuscire nella transizione politica” afferma, “ed attraverso questo iniziativa vogliamo mostrare che il paese ha il talento necessario per ripartire”. Fughe di cervelli o menti prestate alla cooperazione, queste voci italiane portano con sé la creatività e l’innovazione made in Italy.

È con questo spirito che alla Cité des Sciences salgono sul palco questi nuovi talenti, emersi tra circa 2.000 candidati con un'idea imprenditoriale, un progetto definito o un sogno nel cassetto. Chiunque necessitasse di una somma compresa fra i 5.000 ed i 15.000 Euro ha potuto ricevere un dono per cominciare la propria attività; per cifre superiori è stata facilitata la procedura di richiesta di un prestito, presso istituti di credito, utilizzando questo fondo come garanzia. La commissione di valutatori era composta da rappresentanti di ogni partner: “Tutti hanno contribuito a sviluppare l'idea” spiega Monica Carco, “e ogni partner contribuirá alla sua esecuzione a seconda del proprio settore di competenza”. Sarà Microsoft ad esempio a fare il coaching dei progetti nel settore informatico, mentre la FAO seguirà i progetti agricoli, Total i progetti ambientali ed energetici, etc.

Quello che finora colpisce di più, comunque, è l'enorme partecipazione della società civile, e soprattutto di quelle fasce della popolazione più svantaggiate, vero obiettivo del progetto. I giovani fra i 18 e i 34 anni rappresentano il 54% dei beneficiari, le donne sono un terzo dei candidati selezionati.

 Questi progetti faranno la differenza” spiega Federica Ricaldi, ultima firma italiana del team Soukattanmia, “grazie all’effetto leva, con 1 milione di Euro di sovvenzione, sono stati mobilitati circa 2 milioni addizionali, per un finanziamento totale di 3 volte la cifra iniziale”.

Non si vuole certo elogiare un progetto pilota che deve ancora dare i suoi risultati concreti, ma guardando alla passione e alla creatività con cui viene portata avanti, giorno per giorno, possiamo affermare che a qualche giorno dal secondo anniversario della rivoluzione  verrà lanciato un segnale forte ad un paese che e’ ad un bivio storico. Costruire dal basso è possibile, e speriamo, insieme a questi 71 giovani, che il Souk At-tanmia lo dimostrerà a tutti noi.


A proposito del Souk At-tanmia : frutto di un partenariato pilota fra 20 rappresentanti delle organizzazioni pubbliche, delle imprese private, e della società civile, Souk At-tanmia consiste nell’identificazione, nel finanziamento, nell’accompagnamento dei progetti che mettono in valore i talenti, l’innovazione e lo spirito d’impresa al fine di creare impiego e reddito in tutte le regioni della Tunisia.

I partners : Banca Africana di Sviluppo (AfDB), Banca per il finanziamento delle Piccole e Medie Imprese (BFPME), l’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO), il British Council in Tunisia, la Banca tunisina di solidarietá (BTS), il Centro dei Giovani Dirigenti d’Impresa (CJD), Confederazione delle Imprese cittadine in Tunisia (CONECT), il il Dipartimento di Sviuppo Internazionale inglese (DFID), l’Ambasciata degli Stati Uniti d’America, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’agricoltura e (FAO), Microsoft, Business School mediterranea (MSB), l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM), il programma delle Nazioni Unite industriale (ONUDI),il Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo (PNUD), Talan Tunisia, Total Tunisia, l’Associazione Touensa, Tunisiana.
www.soukattanmia.org