mercoledì 4 maggio 2011

Circo Bellucci, deja vu?

La notizia del Circo Bellucci in difficolta' in Siria ci rattrista perche' conosciamo la situazione di chi e' in difficolta', ma ci da perplessita'. C'e' chi tra la comunita' italiana a Tunisi si chiede "ci stanno provando gusto?". Come forse i lettori ricorderanno, lo stesso Circo si trovo' "intrappolato" - almeno a detta del Circo e i giornali che gli fecero eco a Sfax, dove giro' la notizia che era sotto attacco. Intervenirono tutte le alte sfere, il Ministro degli Esteri Italiani Frattini e il Presidente della Regione Puglia Nicky Vendola. L'ambasciata italiana si trovo' contretta ad intervenire portando soccorso ad un circo che come lo stesso ambasciatore rivelo' successivamente, non aveva in realta' subito nessun attacco , distogliendo l'attenzione da una ben piu' importante comunita' italiana e da situazione di pericolo ben piu' grave. Il circo fu ripatriato a spese del contribuente italiano (voci circolano che sia costato 100,000 euro), mentre gli altri italiani se la cavarono da soli. Ma i gironalisti spensero i riflettori su un caso assai piu' interessante. Perche' se non erano in pericolo, tutta questa fretta al rimpatrio? come erano entrati in Tunisia con il vecchio regime? che legami aveva il Circo con la famiglia Trabelsi? che favori aveva ricevuto per far entrare (unico circo europeo) tutti quegli animali al dispetto di regole assai rigide? Come ha commentato un'amica qui in Tunisia "Ci vorrebbe il Gabibbo"....o magari un'inerrogazione parlamentare, prima di spenderne altri 100,000 per rimpatriare il circo dalla Siria.

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