mercoledì 25 maggio 2011

Milano Islamica?

Anche le cene tra amici qui nella sponda sud del mediterraneo vengono rovinate dai nostri polici nella sponda Nord. Sono a Tunisi, in un ristorante elegante con mio collega Yasser, pakistano mussulmano praticante, ma anche molto tollerante. Bevo un bicchiere di vino e anche se per lui bere alchool e' un peccato, non appare disturbato dal mio gesto.  E' una cena tranquilla, ma come all'improvviso la conversazione ricade sul primo ministro e sulla sua affermazione che se a Milano vince la sinistra la citta' diventera' "islamica". Si sente profndamente offeso dalla frase di Berlusconi  "Come si permette? Capirei un politico estremista, ma come si permette un primo ministro di un paese civile di dire una frase simile?". Yasser si chiede se ci andra' piu' a visitare questa Italia dove si sente sempre meno e meno accolto. Cerco di convincerlo che il nostro primo ministro e' sempre piu' isolato, ma Yasser mi fa riflettere che in qualsiasi paese normale una frase del genere avrebbe suscitato l'ira di una popolazione e numerose promesse, in Inghilterra (paese in cui Yasser ha vissuto per molti anni) una frase del genere avrebbe dichiarato la fine di una carriera politica. La nota piu' grave e' che la gente non e' scesa in piazza (o forse qualcuno lo ha fatto in piccoli numero), il presidente della repubblica, la chiesa, nessuno sembra esser intervenuto. E' come se ormai noi italiani ci siamo abituati a passare sopra al fatto che i nostri rappresentanti istituzionali continuino a macchiare l'onore di un popolo per strappare qualche voto. E se avesse detto che la citta' diventava ebraica? o cattolica? Che Milano diventi dunque islamica, ebraica, cattolica e laica, e che nella sponda Nord del mediterraneo dica "No" all'intolleranza, a chi ci vuole sempre e comunque lo scontro di civilta'.

2 commenti:

  1. ho letto con interesse questa testimonianza. Sarei curioso di sapere cosa ne pensa il Sr. Yaser, cosi’ tollerante e cosi’ pro-diritti, pro-liberta’ religiosa e anti-razzista al punto di offendersi (sull’infelice e propagandistica) battuta di Mr. B, in merito alla legge sulla blasfemia vigente nel suo Paese, sulla condanna a morte di Asia Bibi, sulla barbara uccisione di Shahbaz Bhatti e della discriminazione e persecuzione dei cristiani nel suo Paese (e in generale in Medio Oriente, Egitto e in altri paesi a maggioranza musulmana).Non capisco poi tutti questi intellettuali, da Tahar Ben Jelloun in giu’, cosi’ preoccupati nel denunciare il razzismo Occidentale (e magari a criticare i discorsi del Papa) e cosi’ impegnati a spiegare il razzismo (solo quello ‘occidentale’) ai propri figli ma che non dicono una parola una sulla non proprio idilliaca situazione dei Diritti Umani nei loro Paesi, sul terrorismo islamico, ecc, spesso ‘fiancheggiati’ da ‘occidentali’ che non vedono l’ora di menar fendenti contro il brutto, sporco e cattivo “Occidente”. Chiederei al Sr. Yasser: come si sentono invece i cristiani autoctoni perseguitati (e uccisi:altro che battute!)nel suo Paese, meglio o peggio di come si sente lui a Milano o Londra?

    Saluti

    Marco

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  2. Grazie Marco per le tue pertinenti osservazioni. Da Italiano voglio credere che il nostro paese di collochi nella lega dei paesi piu' tolleranti e non debba paragonarsi a paesi che non hanno la nostra stessa cultura democratica e di rispetto dei diriti civili. Ne ho comunque proprio parlato con Yasser, che si trova d'accordo nel disprezzare la mancanza di tolleranza nel suo paese di origine. Il fatto che lui provenga dal Pakistan non significa comunque che non possa esprimersi contro affermazioni offensive. "E' vero - mi ha commentato - che i leaders di molti paesi del mondo arabo non fanno spesso molto per evitare queste stragi e che lo stesso mondo arabo non e' stato capace a "comunicare" appropriatamente la sua diversita' e religione (quella mussulmana) che e' profondamente pacifista e tollerante (nonostante le interpretazioni estremiste dello jihad)", ma c'e' anche una responsabilita' da parte nostra - aggiungo io - nel riconoscere questa diversita' (il mondo islamico va dall'Indonesia al Marocco) ma c'e' un nuovo vento che soffia come espresso dalle rivoluzioni democratiche di chi richiama diritti per tutti e che non hanno alcuna matrice estremista. Di fronte a questo nuovo vento - aggiungo io - quello che dobbiam fare e' capire prima di tutto e sostenere questo vento, senza paura e con dovuta attenzione alle diversita'. Come sai, la paura dell'Islam ha leggittimato regimi oppressivi, che hanno avuto l'appoggio incondizionato dall'Occidente. Questi regimi si sono rivelati assai piu' nefasti e hanno represso anche molto islamismo moderato, in nome della guerra al terrorismo. E' ora di ripensare il nostro modo di vedere il mondo arabo, le sue aspirazioni e permettere che si sviluppi uno alternativa viabili tra estremismo e dittature. Di certo non si construisce questa alternativa contrapponendosi con il mondo islamico "tout court" come hanno fatto certi politici italiani....che non solo crea piu' risentimento e polarizzazione, ma non porta nemmeno voti ..come Milano insegna

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