“Gli Italiani di Cartagine” è il nome datoci dai nostri vicini nelle giornate in cui il popolo tunisino proteggeva se stesso e chiunque fosse loro vicino - compresi la nostra famiglia- dalle milizie di Ben Ali. Italiani di cartagine e' oggi uno spazio libero per raccontare la "nuova" Tunisia attraverso gli occhi un gruppo di amici italiani residenti e impegnati in Tunisia e non solo, uno spazio di denuncia e riflessione su fatti che stanno cambiando il mediterraneo.
martedì 1 novembre 2011
Tunisia: la quite dopo la tempesta
Non c'e' forse titolo migliore per definire l'atmosfera che si respira a Tunisisi, dopo la "tempesta" elettorale e gli acquazzoni di questi giorni. La pioggia di questi giorni sembra aver raffreddato gli animi di un post-elezioni che si annunciava molto piu' caldo e che si presenta oggi stranamente calmo. La Tunisia sembra pronta a voltare pagina e accettare i risultati di una tornata elettorale avvincente e piena di soprese. Mentre i vertici di Ennhada passano le giornate a consolidare un'immagine di partito moderno e moderato, molti intellettuali tunisini si chiedono che fine fara' il fronte democratico e secolare, che doveva contrapporsi ad Ennhada, e che si ritrova diviso tra chi come Marzouki e' pronto ad entrare nella coalizione di governo e chi come il PDP, annuncia di voler restare all'opposizione. E' una strategia di "Dividi e impera" da parte di Ennhada? o e' semplicemente la lezione di chi ha pagato gia' lo scotto politico di aver fatto i "patti col diavolo" nel primo governo di transizione dell'era post-Ben Ali, e preferisce esser all'opposizione? Sono riflessioni che a molti appaiono futili. In fondo il dado e' tratto e bisogna fare i patti con la nuova realta' con un unico partito che dominera' largamente la scena politica. Le uniche a mantenere alta la tensione sono le donne, preoccupate piu' che nessun altro di perdere i propri diritti. Dopo varie mobilitazioni nei giorni passati, domani (mercoledi) e' prevista una mobilitazione di donne alla Kasbha (il palazzo del governo), proprio in coincidenza delle convocazioni perla creazione del governo per passare la parola d'ordine: iscrivere i diritti delle donne nella nuova costituzione. Stay tuned e in attesa leggi questo bel articolo di Hele Beji.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento