Che lo avrebbe mai
creduto ? 12 mesi fa la Tunisia si e’ liberata del suo tiranno, dando il
la iniziale alla primavera araba e vantando una transizione democratica e
pacifica. Un anno fa a quest'ora, scrivevamo le prime pagine di questo blog,
raccontando delle nostre paure e del coraggio di un popolo che che affrontava
senza armi le milizie di Ben Ali. E tutto cio’ che ci circonadava : gli
spari per le strade, i comitati di quartiere, l’esercito contro milizie, la
polizia in fuga, il caos. Oggi e’ ancora una volta il 14 Gennaio e la Tunisia
dovrebbe festeggoare una grande vittoria. Eppure la realta' di oggi non e’
cosi’ ovvia. Mentre in Italia si organizzano molte gironate del ricordo (il
nostro libro e' presentato a Firenze, Milano e Livorno dai vari personaggi che
ne fanno parte), a Tunisi o meglio nella Cartage l'atmosfera e' piu’ pesante. A
dare il tono e' il "robivecchi" del quartiere. Hanno un nomignolo italiano anche in Tunisia,
questi uomini che raccogono vestiti usati e elettrodomestici da riparare, per
venderli a qualche dinaro. Sono sempre di piu' i disperati che mostrano la
propria misera, Lo accogliamo com un "mabrouk", un complimento per
questo primo anniversario della rivoluzione. Ci attendiamo il solito sorriso e
la fierezza tipica che normalmente trapela ogni qualvolta si accenna alla
rivoluzione. Stavolta no : "non c'e molto da festeggiare. Ho quattro
figli che hanno finito gli studi e sono tutti disoccupati". Sono parole
che esplicitano lo spirito di altri commenti raccolti la sera prima a Marsa tra
giovani Tunisini dei Banlieu Nord. « come ti senti ad 1 anno dalla
rivoluzione ? » Amarezza e delusione sono i due sostantivi piu’
usati. Lo scotto di aver « permesso » la vittoria di Ennhada non e'
ancora stato digerito a questo si aggiunge la paura che la religione prenda il
sopravvento sulla politica. Certo questi esponenti della « borghesia Nord di Tunisi » dichiara di non aver
avuto particolari problemi sotto il regime. Non come i loro coetanei Sidi
Bousiz o Kasserine- ci viene da pensare-, che non aveva piu' nulla da perdere,
perche' in realta’ l regime gli aveva gia’ portato via tutto. Un anno fa questi
giovani hanno rischiato tutto per dare una speranza a questo paese. Eppure qui
a Tunisi, e' proprio la speranza a mancare. Si vivono nuove preoccupazioni, la
scoperta dei problemi strutturali del paese, la crisi economica e , nuovamente,
la paura dell'Islam. Pensiamo con emozioni alle gironate della rivoluzione.
Questa mattina indosso la maglietta celebrativa del 14 gennaio, con frase
"le people a libere' la police" (il popolo ha liberato la
polizia), maglietta che non si puo' piu' comprare a Tunisi. Sembra che si sia
spento in qualche modo l’entusiasmo. Eppure c’e chi ventila nuove battaglie, nuovi
"Degage", questa volta per il nuovo governo di Ennhada. Mi
chiedo se invece di pensare ad una nuova rivoluzione, non si debba accettare
quello che ormai e’ stato eletto dal popolo e concentrarsi sulla costruzione di
una nuova Tunisia ?. Sembreremo nostalgici, o magari miopi, ma vogliamo
pensare che oggi in realta’ e’ un grande giorno da festeggiare. La Tunisia e’
anni luce avanti all’Egitto o la Libia, e tanti altri paesi che non son ancora
riusciti a fare quello che 12 mesi fa e’ iuscito a fare il popolo tunisino. Questo
deve esser causa di orgoglio e di speranza, ingredienti essenziali per affrontare
e sfide importanti di questo paese.
“Gli Italiani di Cartagine” è il nome datoci dai nostri vicini nelle giornate in cui il popolo tunisino proteggeva se stesso e chiunque fosse loro vicino - compresi la nostra famiglia- dalle milizie di Ben Ali. Italiani di cartagine e' oggi uno spazio libero per raccontare la "nuova" Tunisia attraverso gli occhi un gruppo di amici italiani residenti e impegnati in Tunisia e non solo, uno spazio di denuncia e riflessione su fatti che stanno cambiando il mediterraneo.
sabato 14 gennaio 2012
14 gennaio Tunisia un'anniversario tra nostalgia e amarezza
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