domenica 31 luglio 2011

Primo Ramadan post-rivoluzione, degno del suo nome

Lunedi 1 Agosto sara' il primo giorno del mese di Ramadam dell'anno 1432, e' un Ramdan in piena effervescenza. Mese di digiuno, raccolta, preghiera e di carita' con il prossimo, ma anche di coesione sociale tra la i mussulmani, ha un sapore molto speciale. Paese in preda a gravi problemi di rilancio di una economia in gravi difficolta', nonche' rifugio di centinaia di migliaia di Libici in fuga dalla guerra, la Tunisia inizia questo mese all'insegna di una generosita' quasi disarmante. La mobilitazione della gente e' palpabile, come in questa immagine dell'affollata Carfour, dove all'uscita delle casse, prese da assalto per chi fa scorta per il mese, si raccoglie cibo per chi ha difficcolta' a sriempire anche una di quelle semplici ceste di vimini, dove generi di prima necessita' come pasta e zucchero, diventano sempre di piu' un lusso
Lo spirito del Ramadan e' anche palpabile dalla magica convivenza di migliaia di libici che ormai si sono integrati al tessuto sociale del paese. Molti stanno finendo anche i soldi per pagari gli affitti delle case prese in fretta dopo la fuga dal proprio paese, altri rimangono ancora nelle loro case a Sud, ma e' proprio un piccolo evento che ci e' ccapitato a darci il significato di un momento speciale e di un popolo che ssta dando il meglio di se. Ieri pomeriggio perdiamo un cellulare. Non ce ne accorgiamo nemmeno quando veniamo inondati (su un altro telefono) di cchiamate di amici in tutto il mondo che dicono di aver parlato con un tale che cercava disperatamente di ritrovare il proprietario del cellulare, chiamando tutti i numeri sulla rubrica. Una volta intercettato ci incontriamo con un signore umile, guida un Pegeut sghangherato, che con grande dignita' dice "nella nostra religione, se trovo qualcosa che non e' mio, non lo posso di certo prendere", certo da qui a chiamare mezzomodno per trovare il proprietario.....tanto di cappello e grazie per la lezione. Ramadan Mabrouk a tutti

mercoledì 27 luglio 2011

Ritorno al "caos calmo" di Casa (Tunisia)

Dopo una breve vacanza in Italia, siamo tornati nella "nostra" Tunisia, felici a appassionati di essere i vostri occhi e orecchie della Tunisia di oggi, e tornare a scrivere. Ci portiamo dietro l'immagine di un Italia anch'essa in movimento, anche se ancora indecisa su come e se compiere la propria rivoluzione. Molti dei problemi dell'Italia che lasciamo alle spalle ricordano per molti aspetti quelli della Tunisia in ebollizione alla vigilia della rivoluzione: poverta' in crescita, disoccupazione giovanile, disparita' regionale, corruzione e concentrazione dei media. Utilizzandando questi stessi concetti durante una delle presentazioni del libro, ci e' stato chiesto "ma parlate di Tunisia o di Italia?". Abbiamo pero' ascoltato di storie di discontinuita nelle rivolte e nelle proteste. Gente che scende in piazza piu' perche' e' trendy, per farsi fotografare e esporsi su facebook che per convinzione, o altri che aspettano "che qualcun'altro faccia la rivoluzione", e molti che ci provano veramente, ma con grandi delusioni. Siamo lontani dagli eroi di Regueb e Kasserine che ci hanno lasciato la pelle, o coloro che per mesi si sono accampati per settimane davanti al palazzo del governo per ottenere l'epurazione totale del partito RCD (movimento della Kasbah). Siamo lontani da un movimento che coinvolge tutta la societa' e le categorie professionali come cio' che abbiamo visto e descritto nel libro. Ci ha colpito comunque il fascino dei nostri lettori, degli ascoltatori e giornalisti (ascolta intervista radio) sulla Tunisia in cambiamento. E in realta' la Tunisia che abbiamo ritrovato e' in ebollizione, un caos calmo, dove il ritorno all'apparente normalita' dopo lo scontro di Sidi Bousid e le proteste di un tentata Kasbah 3 di meta' luglio sembrano calmarsi. E' un caos calmo pero', dove la campagna elettorale corre a pieno ritmo, la gente si affretta a registrarsi per le prime elezioni libere, le paure degli islamisti e il deterioramento della sicurezza, che molti additano - tra teoria di cospirazione e ragionevoli considerazioni - alle possibili infiltrazione di Ben Ali nel tentativo di destabilizzare il paese e ripresentarsi presto con lo slogan a noi Italiani ben noto "si stava peggio come si stava peggio" che ricorda l'immagine di un caricaturista Algerino nella foto accanto. Tenete duro ragazze e ragazzi della Tunisia libera. Tutto il mondo (compresa l'Italia) ha gli occhi puntati su di voi!!!

sabato 16 luglio 2011

Miltanza femminista nel mondo arabo

Vi riportamo un articolo interessante dei nostri membri "onorari" degli Italiani di Cartagine cliccando qui

martedì 12 luglio 2011

Incontri

Il caldo di Luglio ed il traffico disordinato di Roma non hanno scoraggiato i partecipanti della presentazione del libro « Non Ho Più Paura. Tunisia. Diario di una rivoluzione » presso il centro culturale CLAC. L’associazione che ha organizzato l’evento si presenta come la sintesi di uno dei messaggi del libro stesso: Incontri. Una casetta in mezzo al verde di un parco e’ stato il teatro dell’incontro di molti « italiani di Cartagine ». I personaggi del libro (purtroppo non tutti) si sono conosciuti di persona in questa occasione. Personaggi incontrati e frequentati attraverso la rete, intervistati via Skype, finalmente con un volto, si sono riuniti attorno ad un tavolo, per parlare del libro anch’esso nato sul web ed ora materializzatosi. Nuovi volti si sono aggiunti, allargando le file della rete. Tra questi Igiaba Scego, presidente dell’associazione, somala cresciuta in Italia, scrittrice di incontri e realtà nel suo ultimissimo libro: La mia casa e’ dove sono , un titolo quando mai azzeccato per nomadi contemporanei come molti di noi, « portatori della propria casa sulle proprie spalle » come scrive Igiaba, ricordando un’espressione di sua madre sempre in movimento alla ricerca di pozzi d’acqua. Tra il pubblico c’erano molti tunisini, ognuno con un passato tutto da raccontare. Il dibattito e’ stato appassionante e si accende appena si tocca il tema dell’ immigrazione. « Perche’ i Tunisini sono venuti in Italia subito dopo la rivoluzione ? » si chiede uno dei giornalisti in sala – « Perche’ le difficolta’ economiche di alcune zone del paese, persistono - rispondiamo ». Una tunisina si anima e ricorda che in questi viaggi della diperazione si sono imbarcate persone che hanno partecipato alla rivoluzione non per il « pane » (diversamente a quanto hanno detto in molti) ma per la libertà, la dignita’. Ora però domandano un'opportunità (economica) che non puo’ essere creata o disponibile nell’immediato. « Vengono in Italia per cercare lavoro, per poter tornare con qualche soldo in più e contruire il proprio paese ». Sono frasi che ci toccano nel vivo. In fondo anche noi abbiamo abbandonato il nostro paese da oltre 10 anni in cerca di un’opportunità. Le aspirazioni di questa gente sono state le nostre. Ci sentiamo oggi piu’ vicini che mai ai tunisini presenti in sala che hanno fatto di Roma la propria casa. Come loro, ricordando cio’ che e’ stato conquistato pochi mesi fa, ci commuoviamo quando ascoltiamo il loro inno nazionale, ripercorriamo mentalmente le parole tradotte da internet, e poi sorridiamo consapevoli di essere legati da un comune percorso.


lunedì 4 luglio 2011

Il libro sulla rivoluzione tunisia fnalmente in libreria, incontrateci a Roma

Dopo tanta attesa, il primo libro di Italiani di Cartagine e' oggi in tutte le librerie d'Italia (...o almeno dovrebbe). Una prima presentazione e' prevista a Roma l'8 luglio, vedi invito su facebook al CLAC Villa De Santis, via Casilina 675 (Pigneto) ospiti dell’Associazione “Incontri di Civiltà”. Raccolta di testimonianze di blogger, artisti, avvocati, familiari di "martiri" della rivoluzione, uomini e donne comuni, ma anche racconti personali dei veri "Italiani di Cartagine", il libro racconta e ha l'ambizione di far rivivere le 30 gloriose giornate che hanno dato inizio alla "primavera araba", offrire delle possibili chiavi di lettura su come il gesto di un venditore ambulante abbia infiammato un popolo intero....e oltre. Parte del ricavato dalla vendita del libro verrà devoluto al progetto Colors che sostiene l’integrazione di bambini tunisini e di altre comunità di immigrati in Italia attraverso lo sport. Un grazie a tutti coloro che hanno contribuito a questa opera collettiva e una buona lettura!! Eccovi alcuni commenti che abbiamo ricevuto. Aggiungete i vostri

“Primissima narrazione made in Italy dei gloriosi trenta giorni che hanno inaugurato la pri¬mavera araba. Le pagine volano, una tira l'altra. Parlano donne, uomini, volti differenti per eta' e per esperienze, testimoni finora senza voce di una Storia compiutasi alla velocita' della comunicazione digitale che l'ha resa possibile. Da gustare” Francesca Paci, La Stampa

“Uno sguardo importante al ruolo di Facebook e di Twitter nella rivoluzione tunisina: più efficaci dei media tradizionali, usati per colmare il silenzio e infrangere la censura” Viviana Mazza, Corriere della Sera

“Una testimonianza documentata e partecipe, che conferma come ormai i social media non solo registrano per primi gli eventi, ma possono
anche determinarli.” Luciana Borsatti, Ansa

“Un genere letterario assolutamente unico: vita vera, nel racconto trasparente e appassionante di una realta' che e' gia' storia.” Paola Saluzzi, Sky

“La rivoluzione tunisina tra cronostoria e lessico famigliare. Il racconto intenso, accurato e vivo di due italiani a Cartagine.” Paola Zanuttini, La Repubblica

“Come la rivoluzione tunisina, questo racconto è corale, spontaneo, vitale e contagioso e offre un modello esemplare di rete umana” - Francesca Bellino, Il Mattino

Visitate la pagina facebook del libro per altri commenti e recenzioni e/o la pagina web ufficiale

La complessita' Tunisina

Vi giriamo un post stupendo sulla complessita' della situazione attuale che sottoscriviamo in toto Canale di Sicilia. Bravo Giorgioguido e continua a scrivere!!

domenica 3 luglio 2011

Da Piazza Tahir ad Hammamet, quando il turismo incontra la storia

"Oggi in piazza Tahrir abbiamo visto gli scontri - ci scrivono alcuni italiani di Cartagine in visita in Egitto - qualche tenda in fiamme e molti sassi lanciati.

Ma erano pochi, ragazzi, a tratti violenti.

Quando arrivi al Cairo le persone ti dicono WELCOME to CAIRO; quando ti avvicini a Piazza Tarir ti dicono "stai lontano..."

E' una sensazione nuova, ci stanno dicendo "grazie di averci scelto, nonostante tutto, noi vi proteggiamo".

Il mercato oggi non aveva turisti stranieri ma l'atmosfera era serena. Gli odori delle spezie rimanevano invariate, come il sapore della spremuta di mango.

Bambini, adulti, colori... al Cairo la vita continua.

Nella costa tunisina gli hotel sembrano pieni durante il fine settimana. Sembra che nulla sia cambiato "Durante la settimana l'Hotel e' vuoto" - ci commenta uno dei camerieri dell'Africa Jade di Korba, una stupenda struttura presa d'assalto nelle stagioni passate da Italiani e oggi occupata prevalentemente da Tunisini e Libici soprattutto nei weekend, spesso accattivati dalle forti riduzioni.

Il turismo tunisino soffre delle "paure dell'occidente". "La gente pensa che sia pericoloso, a causa del conflitto il Libia, eppure Tripoli e' lontana" - commenta lucidamente un impiegato del centro di bellezza dell'Hotel.

Ma al di la' degli sconti, la cosa bella di viaggiare in Nord Africa sono gli incontri che si fanno. Non piu' e solo Italiani, ma tunisini, libici, egiziani, algerini....la possibilita' di ascoltare storie di chi ha vissuto e vive tuttora delle affascinanti pagine di storia.