“Gli Italiani di Cartagine” è il nome datoci dai nostri vicini nelle giornate in cui il popolo tunisino proteggeva se stesso e chiunque fosse loro vicino - compresi la nostra famiglia- dalle milizie di Ben Ali. Italiani di cartagine e' oggi uno spazio libero per raccontare la "nuova" Tunisia attraverso gli occhi un gruppo di amici italiani residenti e impegnati in Tunisia e non solo, uno spazio di denuncia e riflessione su fatti che stanno cambiando il mediterraneo.
lunedì 24 settembre 2012
La scuola americana a Tunisi riapre
In tempo record, con gran determinazione, la scuola americana a Tunisi riapre le porte dopo soli 10 giorni dall'attacco del maledetto 14 settembre. Ecco alcune immagine di prima e dopo. Si riparte!
Tunisia accesi i riflettori sullo scontro di civilta'
Segnaliamo un articolo interessante di Patrizia Mancini sui recent scontri e il conflitto tra Ennhada e i salafisti. Clicca qui e Buona lettura
domenica 23 settembre 2012
Islam is Peace
Dopo un venerdi un po' teso ma alla lunga piu' calmo del precedente, il Week-end e' stato "tranquillo" a Tunisi.
Condividiamo un video che fa riflettere
giovedì 20 settembre 2012
Scuola Americana: rabbia e orgoglio...
...Non si tratta di Oriana Fallaci, ma tutt'altro: una reazione di chi vuole rimboccarsi le maniche e ripartire. Visitare la scuola americana a Tunisi in questi giorni e' come passare attraverso una tempesta emozionale, ad iniziare da un enorme rabbia di fronte a immagini come queste. Si tratta proprio della classe di nostro figlio, prima elementare. Come si vede nulla e' rimasto, materiale didattico all'avanguardia, disegni dei bambini, giochi, lavagne, sedie. Tutto e' andato in fumo. Perche' fare cio' a dei piccoli? A stento si trattengono le lacrime, molti genitori non resistono, come una mamma Tunisina di un ragazzo nostro compagno alla cui tristezza si accompagna la vergogna. Si rivolge a me, quasi per scusarsi "non e' questo l'Islam - mi dice - non e' questa la Tunisia". Ne siamo convinti anche noi.
A pochi passi dalla classe bruciata, c'e' una grande mobilizzazione di genitori accorsi qui per salvare il salvabile, sistemare in fretta. Si gioca infatti una partita importante. La scuola ha lanciato un appello a non scoraggiarsi e a "stand united ". Bisogna ricorstruire rapidamente la scuola. Con orgoglio la comunita' della scuola e dei genitori non vuole permettere ad un gruppo di violenti di alterare la propria quotidianita', negare lo studio ai piccoli. E' una corsa contro il tempo dalla forte valenza emozionale e personale, ma anche politica. E' la voglia di non darsi vinti, di non cedere a chi vuole creare instabilita' nel paese. La scuola riaprira' lunedi prossimo, almeno per le sezioni dei piu grandi (la sezione dei piu piccoli, la piu' danneggata, riaprira' la settimana successiva).
La cosa piu' agghiaggiante e' sapere che l'attacco era stato ben pianificato. Gli aggressori sapevano come tagliare il circuito di telecamere, dove era situato l'ufficio del capo sicurezza e si sono presentati con taniche di cherosene.
Ora la scuola e' circondata da carri armati, pompieri e polizia, ...uno di questi ha dimenticato una pistola incustodita nel campus mentre usufruiva del bagno.
diciamolo chiaramente: ma a chi stiamo affidando le vite dei nostri figli?
Domani e' venerdi', e' stato emanato ufficialmente il divieto a manifestare.... Cosa accadra'?
Possiamo solo dire inshallah la bes (in romanaccio: ke Dio ce la mandi booona)
martedì 18 settembre 2012
Attacco all'ambasciata: alcune reazioni
Condividiamo una bellissima riflessione di una nota commentatrice sugli eventi di venerdi
http://blog.octavianasr.com/2012/09/claiming-back-our-arab-spring.html
e l'insolito discorso del presidente tunisino (in inglese)
Infine condividiamo l'invito a partecipare ad una manifestazione giovedi contro la violenza
https://www.facebook.com/home.php#!/events/369946709746568/
domenica 16 settembre 2012
Attacco a scuola americana a tunisi : Questa non e' la Tunisia
E' domenica sera, dopo un fine settimana di follia. Nostro figlio non potra' andare a scuola domani. Come spiegare ad un bimbo di 6 anni che la sua classe (in Tunisia) e' stata bruciata a causa di un film amatoriale girato da un egiziano, negli stati uniti? Come spiegargli il perche' migliaia di tunisini hanno assaltato la sua scuola, dato fuoco alla libreria, rubato i computer, danneggiato i suoi disegni, i suoi ricordi, in nome di un Dio, che dovrebbe significare bonta', generosita', amore. Come spiegare questo video?
Ma chi e' questa gente? Non e' certo il popolo accoglente che ci ospita da 5 anni, non sono certo gli stessi tunisini che hanno eroicamente abbattuto un regime dittatoriale ventennale in nome della dignita'. Gli stessi che il 15 gennaio 2011, quando le milizie di Ben Ali impazzavano nel nostro quartiere, bussavano alla porta, per chiedere se avevamo bisogno di qualcosa. Non sono certo quelli che ci hanno raccontato le loro storie e aiutato a scriverne un libro.
In un momento di rabbia (e oggi ne abbiamo tutti una gran dose), ci chiediamo: Ma dove erano tutti questi eroi? Ma soprattutto dove erano le autorita' tunisine, il suo esercito, la sua polizia in quelle lunghe ore di saccheggio? Dov'era la Tunisia che conosciamo mentre i disegni di bambinii innocenti di 70 nazionalita' andavano in fiamme?
Ci incoraggia una bellissima lettera aperta di un insegnante tunisina. Ci consola la solidarieta' dei genitori e degli studenti piu' grandi che si sono rimboccati la maniche per riaprire la scuola il piu' presto possibile. E che alcuni residenti tunisini vicini abbiano siano riusciti a recuperare una parte della refurtiva, e a denunciarne i ladri. La pagina facebook dell'ambasciata US a Tunisi e' inondata da nuovi likes dal popolo tunisino, magra consolazione, ma che va nella direzione opposta di chi voleva alimentare lo spirito anti-US.
E' l'ora del cambiamento. La Tuinisia deve alzare la voce, differenziarsi e dissociarsi da questi comportamenti criminali. Non a parole ed a posteriori, ma con i fatti!! Oggi la Tunisia non deve cadere alla trappola di chi vuole far fallire la rivoluzione e vuole che si dica "avete voluto la liberta', ecco gli integralisti islamici". Dalla Tunisia ci si attende una risposta forte che riesca a sanare il "senso di inpunita'" che si vive in queste ore. Ci si attende una folla quanto mai numerosa sulle strade di Avenue Bourghiba.
L'Islam e la Tunisia non sono questo, sono ben altri.
Il paese affronta un momento difficile che richiede coraggio e lucidita'. E' chiaro che dietro quelle migliaia di violenti agitatori. c'e' un disegno, c'e' qualcuno che vuole lo scontro a tutti i livelli. Di fronte a tutto cio dobbiamo essere uniti, noi come loro, contro il radicalismo islamico, cosi come contro lo scontro di civilta'. Oggi come mai non dobbiamo cedere alla semplificazione che tutto l'Islam e' violento, ma dobbiamo avere il coraggio di condannare fermamente i fatti di venerdi, tutti indistintamente (Tunisini, ed altri), altrimenti sara' il loro disegno a realizzarsi.
Lunedi ai bimbi sara negata la scuola, sta a noi adulti ricostruirla. Stai a noi ricostruire (non solo con carri armati tardivamente posteggiati all'entrata) la tranquillita' di una societa' e un mondo, basati sul rispetto e la tolleranza.
Ma chi e' questa gente? Non e' certo il popolo accoglente che ci ospita da 5 anni, non sono certo gli stessi tunisini che hanno eroicamente abbattuto un regime dittatoriale ventennale in nome della dignita'. Gli stessi che il 15 gennaio 2011, quando le milizie di Ben Ali impazzavano nel nostro quartiere, bussavano alla porta, per chiedere se avevamo bisogno di qualcosa. Non sono certo quelli che ci hanno raccontato le loro storie e aiutato a scriverne un libro.
In un momento di rabbia (e oggi ne abbiamo tutti una gran dose), ci chiediamo: Ma dove erano tutti questi eroi? Ma soprattutto dove erano le autorita' tunisine, il suo esercito, la sua polizia in quelle lunghe ore di saccheggio? Dov'era la Tunisia che conosciamo mentre i disegni di bambinii innocenti di 70 nazionalita' andavano in fiamme?
Ci incoraggia una bellissima lettera aperta di un insegnante tunisina. Ci consola la solidarieta' dei genitori e degli studenti piu' grandi che si sono rimboccati la maniche per riaprire la scuola il piu' presto possibile. E che alcuni residenti tunisini vicini abbiano siano riusciti a recuperare una parte della refurtiva, e a denunciarne i ladri. La pagina facebook dell'ambasciata US a Tunisi e' inondata da nuovi likes dal popolo tunisino, magra consolazione, ma che va nella direzione opposta di chi voleva alimentare lo spirito anti-US.
E' l'ora del cambiamento. La Tuinisia deve alzare la voce, differenziarsi e dissociarsi da questi comportamenti criminali. Non a parole ed a posteriori, ma con i fatti!! Oggi la Tunisia non deve cadere alla trappola di chi vuole far fallire la rivoluzione e vuole che si dica "avete voluto la liberta', ecco gli integralisti islamici". Dalla Tunisia ci si attende una risposta forte che riesca a sanare il "senso di inpunita'" che si vive in queste ore. Ci si attende una folla quanto mai numerosa sulle strade di Avenue Bourghiba.
L'Islam e la Tunisia non sono questo, sono ben altri.
Il paese affronta un momento difficile che richiede coraggio e lucidita'. E' chiaro che dietro quelle migliaia di violenti agitatori. c'e' un disegno, c'e' qualcuno che vuole lo scontro a tutti i livelli. Di fronte a tutto cio dobbiamo essere uniti, noi come loro, contro il radicalismo islamico, cosi come contro lo scontro di civilta'. Oggi come mai non dobbiamo cedere alla semplificazione che tutto l'Islam e' violento, ma dobbiamo avere il coraggio di condannare fermamente i fatti di venerdi, tutti indistintamente (Tunisini, ed altri), altrimenti sara' il loro disegno a realizzarsi.
Lunedi ai bimbi sara negata la scuola, sta a noi adulti ricostruirla. Stai a noi ricostruire (non solo con carri armati tardivamente posteggiati all'entrata) la tranquillita' di una societa' e un mondo, basati sul rispetto e la tolleranza.
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