lunedì 19 dicembre 2011

Tunisia: Nuovo Governo

Dopo una lunga gestazione, si annuncia il nuovo governo di transizione Tunisino Ennadha- CPR - Ettakatol
Chef du gouvernement : Hamadi Jebali
Ministres délégués auprès du Chef du gouvernement :
  • Mohamed Abbou, chargé de la Réforme administrative
  • Abderrahamene Ladgham, chargé du développement de la Santé publique
  • Ridha Saidi, chargé des dossiers économiques
  • Riadh Bettaïeb, chargé de la promotion des investissements extérieurs
  • Lotfi Zeitoun, chargé des dossiers politiques
  • Mohamed Ennaceur, chargé des affaires sociales
  • Abderrazak Kilani, chargé des relations avec l’Assemblée nationale constituante
Ministres Conseillers auprès du Chef du gouvernement
  • Abou Yaareb Marzouki, chargé de l’Éducation et de la Culture
  • Abdelfettah Mourou : conseiller juridique
  • Habib Essid, chargé du développement du dispositif de sécurité
Ministres
  • Noureddine Bhiri : Justice
  • Abdelkérim Zebidi : Défense nationale
  • Ali Lareydh : Intérieur
  • Rafik Adessalem : Affaires étrangères
    • Secrétaires d’Etat
      • Hédi Belabbès, Amérique et Asie
      • Abdallah Triki : Afrique et monde arabe
      • Un 3ème poste à pourvoir, en charge de l’Europe
  • Khayam Turki : Finances
    • Secrétaire d’Etat : Slim Besbes
  • Béchir Zaafouri: Commerce et Artisanat
    • Secrétaire d’Etat : Habib Dimassi
  • Elyès Fakhfakh : Tourisme
  • Abdelwaheb Maater : Formation et Emploi
  • Abdelkerim Harouni : Transport
  • Mongi Marzouk : Technologie de la Communication
    • Secrétaire d’Etat : Lobna Jeribi, chargée des Tics
  • Aleya Bettaieb : Plan et Coopération internationale
    • Secrétaire d’Etat : Lamine Doghri
  • Mohamed Chakhari : Industrie
  • Mohamed Selmane : Equipement
    • Secrétaire d’Etat : Chahida Fareh
  • Jameleddine Gharbi : Développement régional
  • Slim Ben Hmidene : Domaine de l’Etat
  • Mohamed Ben Salem : Agriculture
    • Secrétaire d’Etat, Habib Jomli
  • Khalil Ezzaouia : Affaires sociales
    • Secrétaire d’Etat chargé de l’émigration : Hassine Jaziri
  • Abdellatif Mekki : Santé
    • Secrétaire d’Etat : Mohamed Néjib Achouri
  • Tarek Dhiab : Sport
    • Secrétaire d’Etat : hanene Mesaddaa
  • Memia El Benna : Environnement
  • Mehdi Mabrouk : Culture
  • Sihem Badi : Femme
  • Moncef Ben Salem : Enseignement supérieur
  • Secrétaire d’Etat : Béchir Kalthoumi
  • Abdellatif Abid : Education
  • Noureddine Khademi: Affaires religieuses
  • Samir Dilou : Droits de l’Homme, Justice transitionnelle et Porte-parole
Ridha Ben Abdelhafidh : Secrétaire général du Gouvernement
Mohamed Néjib Khalfaoui : Directeur de Cabinet du Premier ministre

Fonte: Leaders :

http://www.leaders.com.tn/article/tout-sur-le-nouveau-gouvernement-de-hamadi-jebali?id=7210

Italiani di cartagine tornera' a parlare di Tunisia dopo l'8 gennaio. Invitiamo i lettori a seguire gli eventi attraverso i nostri links preferiti

Solidarieta' al popolo Senegalese

In questo giorni, come tutti gli italiani vicini e lontani siamo interpellati davanti ai fenomeni di violenza occorsi a Italia. Esprimiamo solidarieta' al popolo Senegalese e alle varie comunita' di immigrati chevivono in terre straniere (come noi tra l'altro sull'altra sponda del mediterraneo). Condiviamo una interessante testimonianza di una "Italiana a Dakar"

giovedì 1 dicembre 2011

Tunisian Girl - la rivoluzione vista da un blog

 Cari lettori vi segnaliamo un nuovo libro uscito ieri (30 Novembre)
Tunisian Girl - la rivoluzione vista da un blog.  Ed. Alegre 
 di Leena Ben Mhenni (uno dei personaggi del nostro libro)
"Quella tunisina è stata la prima rivoluzione della storia con un ruolo rilevante della controinformazione diffusa attraverso la rete, i blog, i social network. La giovane Lina Ben Mhenni, con il suo blog Tunisian Girl, è stata una delle fonti principali di notizie e informazioni per i giornalisti all’estero, diventando una delle più coraggiose protagoniste della battaglia contro Ben Ali, il dittat...ore tunisino. Battaglia virtuale, con cyberattivisti, cyberpirati, cybersbirri, ma anche battaglia vera, con morti, arresti, sacrifici. Fino a quel 14 gennaio, quando finalmente il tiranno, che ha beneficiato della compiacenza criminale del mondo occidentale, dégage, se ne va. Mentre ex ministri arabi e occidentali blaterano senza vergogna della “primavera araba”, questo libricino dà conto del ruolo innegabile della generazione di Facebook nel percorso per la conquista di un mondo senza censura, senza violenza, senza tortura."

Autrice
Lina Ben Mhenni, nata il 22 maggio 1983, è assistente di Linguistica nella facoltà di Scienze umane e sociali dell'Università di Tunisi. Il 12 aprile 2011 ha ricevuto a Bonn il premio per il miglior blog 2011, in occasione della settima edizione del concorso internazionale dei blog, il Bob’s, organizzato dalla radio televisione tedesca Deutsche Welle.
Un ringraziamento speciale a Irene Panighetti che ha reso possibile la pubblicazione in Italia di questo libro!!

domenica 27 novembre 2011

Tunisia: Aggiornamento della settimana 20- 27 Novembre

Situazione politica L'Assemblea Costituente tunisino ha tenuto il suo primo giorno di lavoro Martedì 22 novembre e Ben Jaafar (segretario generale del Partito Ettakatol) è stato eletto Presidente dell'Assemblea. Un accordo tra i tre principali partiti è inoltre concluso, che prevede la nomina del Sig. Marzouki (CPR), come Presidente della Repubblica, e il Hamadi Jebali (Ennahda) come Primo Ministro. La negoziazioni sulle nomine dei ministri procederanno tutta la prossima settimana e si dovranno concludere il 2 Dicembre.

Situazione economica La Banca Centrale tunisina ha esaminato l'impatto della crisi del debito sovrano nei paesi dell'area dell'euro e il suo impatto negativo sulle relazioni economiche con la Tunisia. Ha notato, a questo proposito, la continua pressione sulle attività economiche, in particolare, il ritmo lento di crescita, il rallentamento delle esportazioni, il calo delle entrate turistiche e la contrazione sia degli investimenti nazionali ed esteri. Il Consiglio di Amministrazione della Banca centrale ha deciso di mantenere invariato il tasso di interesse della Banca Centrale di Tunisia e raccomanda di monitorare l'evoluzione della crisi finanziaria in Europa e il suo impatto sull'economia tunisina tanto più che diversi indicatori riflettono la fragilità della situazione economica in Tunisia.

Sicurezza A seguito delle violenze che si sono verificate nelle regioni di Gafsa e Kasserine, è stato dichiarato il coprifuoco per ambedue le regioni. Il coprifuoco rimane in vigore fino a nuovo ordine. A Gafsa questa decisione arriva dopo le violenze scoppiate nella notte da Mercoledì 23 a Giovedi contro stazioni di polizia e la guardia nazionale e le infrastrutture della Società fosfati di Gafsa, in segno di protesta contro i risultati dei concorsi detenute dalla società.

domenica 20 novembre 2011

Peccatrici arabe, Souad vs Aliaa

Riportiamo articolo interessante sulle recenti affermazioni di Souad Abderrahim, neoeletta di Ennhada e l'egiziana Aliia. Nel frattempo sul piano politico, si sta componendo i nuovo governo in Tunisia. Domani l'annuncio.

giovedì 10 novembre 2011

Berlusconi degage

So che questo titolo sembrera' per molti inapprorpiato, soprattutto su un blog sulla Tunisia. Eppure il filo che lega i due paesi e' quanto mai forte in questi giorni. Proprio qulche giorno fa in Tunisia si festeggiava il primo 7 Novembre (anniversario del colpo di stato di Ben Ali) senza il presidente tunisino. E' nella stessa settimana che Berlusconi, amico di Ben Ali e altri dittatori del Nord Africa, annuncia (o meglio fa annunciare) la sua partenza. Almeno il dittatore Tunisino aveva avuto il coraggio (o l'opportunismo) di offrire le proprie scuse alla nazione con il famoso discorso "vi ho ascotato" e che riportiamo per il ricordo e ...e la gioia di molti Come e' possibile che il nostro grande comunicatore, colui che piu' di ogni altro ha mostrato grandi capacita' di manipolazione della verita' e comunque di dialogo (anche se spesso unidirezionale), non abbia avuto il coraggio di lanciare un discorso alla nazione? E' forse l'esperienza del Nord Africa dove tali tentativi hanno fallito miseramente? O e' la pressione della gente e della rete che rende la sua partenza inelluttabile?, come questa piccola rete su facebook e tanti altri gruppi ben numerosi che comunquegia' da tempo indicano la via maestra del "Degage". Oltre ai paralleli con il famoso discorso di Ben Ali, vi riportiamo il video dei rivoltosi della Kasbah (la seconda rivoluzione Tunisina), che a gran coro inneggarono gia' nel mese di Marzo che Berlusconi doveva seguire la strada dell'appena decaduto Ben Ali Finiamo per dare un piccolo annuncio ai naviganti del web sugli ultimi aggiornamenti in Tunisia, dove si sta preparando un governo di grandi intese. Se sul fronte politico si prepara la transizione in un crima di calma, sul fronte economico la crisi si fa dura con il numero di disoccupati che oltrepassa i 700,000. A queste cifre si aggiungono oltre 1 milione di precari. Cifre che sembrerebbero limitate, se non si ricorda che la popolazione tunisia e' di solo 10 milioni di persone. Anche su questo fronte Italia e Tunisia appaiono quanto mai simili. Una volta liberatoci del nostro Ben Ali, e' su un grande fronte, quello dell'occupazione e precariato, che si giochera' la grande sfida

mercoledì 2 novembre 2011

I volti della costituente

Eccola la lista degli eletti per la costituente!!!. In tipico stile Tunisino, uno su due hanno un profile Facebook. Conosceteli attraverso questa pagina. Interessante la classifica dei partiti piu' presenti sul social networking.

martedì 1 novembre 2011

Tunisia: la quite dopo la tempesta

Non c'e' forse titolo migliore per definire l'atmosfera che si respira a Tunisisi, dopo la "tempesta" elettorale e gli acquazzoni di questi giorni. La pioggia di questi giorni sembra aver raffreddato gli animi di un post-elezioni che si annunciava molto piu' caldo e che si presenta oggi stranamente calmo. La Tunisia sembra pronta a voltare pagina e accettare i risultati di una tornata elettorale avvincente e piena di soprese. Mentre i vertici di Ennhada passano le giornate a consolidare un'immagine di partito moderno e moderato, molti intellettuali tunisini si chiedono che fine fara' il fronte democratico e secolare, che doveva contrapporsi ad Ennhada, e che si ritrova diviso tra chi come Marzouki e' pronto ad entrare nella coalizione di governo e chi come il PDP, annuncia di voler restare all'opposizione. E' una strategia di "Dividi e impera" da parte di Ennhada? o e' semplicemente la lezione di chi ha pagato gia' lo scotto politico di aver fatto i "patti col diavolo" nel primo governo di transizione dell'era post-Ben Ali, e preferisce esser all'opposizione? Sono riflessioni che a molti appaiono futili. In fondo il dado e' tratto e bisogna fare i patti con la nuova realta' con un unico partito che dominera' largamente la scena politica. Le uniche a mantenere alta la tensione sono le donne, preoccupate piu' che nessun altro di perdere i propri diritti. Dopo varie mobilitazioni nei giorni passati, domani (mercoledi) e' prevista una mobilitazione di donne alla Kasbha (il palazzo del governo), proprio in coincidenza delle convocazioni perla creazione del governo per passare la parola d'ordine: iscrivere i diritti delle donne nella nuova costituzione. Stay tuned e in attesa leggi questo bel articolo di Hele Beji.

domenica 30 ottobre 2011

Halloween e i spettri del passato....ma la festa continua

In questo fine settimana una buona parte della comunita' internazionale degli espatriati ha festeggiato a varie riprese la profana festa di Halloween. Il venerdi pomeriggio, presso la scuola americana di Tunisi, folle di bambini schiamazzavano vestiti da mostri, pipistrelli, streghe e quant'altro, ricorrendo le caramelle del famoso "trick and treat". Il Sabato e' stato il turno dell'ambasciata dove si e' continuato con il gioco delle immagini spettrali dove si mischia la paura innocente dei bambini e il sorriso dei grandi. Tracciare il parallelo con quello che e' successo qualche ora prima a Sidi Bousid dove il seguito all'annuncio dei risultati elettorali, folle impazzite hanno dato fuoco alle sedi governative e alla sede del partito Ennhada e' forse un azzardo. Eppure proprio di spettri e di streghe del passato si e' parlato. A detta di alcuni giornalisti che si trovavano sul posto nel momento degli incendi, questi sarebbero avvenuti qualche secondo dopo l'annuncio dei risultai, come se fosse stato tutto premeditato. Nessuno amerebbe vedere i propri voti annullati, ma sicuramente la reazione e' stata quanto mai forte. Chi c'era dietro gli scontri? A seconda di Ennhada e di molti osservatori, sarebbe stato l'RCD, in quello che oggi sulla Presse, si definiva l'ultimo spasmo degli orfani della dittatura. Tra gli spettri del passato non vi e' solo l'RCD, ma quella paura dell'Islam in tutte le sue forme, che ha dominato e distorto le "lenti di osservazione" di gran parte dell'occidente, pronta gia' a parlare di "inverno arabo", di dittature velate che si preparerebbero ad un avvento ineluttable, come denuncia questo bell'articolo. Come i bambini a fine serata, e' il caso di vincere le paure. Gli spettri del passato rimarranno sempre nel nostro immaginario, alcuni orfani della dittatura saranno sempre presenti e non mollerano facilmente, come ci sara' sempre chi continuera' a spingere la lotta fra civilta'. Ma per vincere dobbiamo resistere la tentazione di farsi prendere dalla paura. Come conclude l'articolo sulla Presse, il complotto e' fallito e la festa della democrazia continua. E per festeggiare aggiungiamo un video-show di Alessandro Rampazzo per ricordare la gloriosa giornalta del 23 ottobre.

venerdì 28 ottobre 2011

Riflessioni post elezioni

Riportiamo una serie di interessanti riflessioni

  • Analisi sui risultati e sulle nostre usuali paranoie occidentali
  • interessantissimo post su mediaoriente dove si aggiunge il ruolo delle elites Tunisine
  • e una prospettiva alquanto interessati dal poco ascoltato e profondo Sud da Tozeur
 Buona lettura in una notte di coprifuoco a Sidi Bousiz, ma tranquilla per lo piu' altrove.

Tunisia elezioni: I risultati...quasi

  • Ennahdha: 90 sièges  (41,47% )
  • CPR: 30 sièges  (13,82 %)
  • Ettakatol: 21 sièges (9,68 %)
  • Pétition populaire (Al Harida): 19 sièges  (8,76)
  • PDP: 17 sièges (7,83 %)
  • PDM: 5 sièges) (2,3 %)
  • Parti d'El Moubadara (l'initiative): 5 sièges  ( 2,3 %)
  • Afek Tounes: 4 sièges (1,84%)
  • El Badeel Etthaouri: 3 sièges (1,32 %)
  • UPL: 1 Siege
  • Mouvement des patriotes démocrates: 2 sièges
  • Autres: 20 sieges
Finalmente sono usciti i risultati, ma sono ancora contestati, con verifiche ed una promessa di annunciare i dati definitivi l'11 Novembre. La sorpresa della notte e' stata la squalifica di molti seggi di Al Harida, per vari motivi incluso per il fatto di aver messo un ex dirgente RCD come capofila nella circoscrizione Francia 2. In seguito all'annuncio e nella notte qualcuno ha dato fuoco all'ufficio di Ennhada a SidiBouzid (dove Al Harida avrebbe ottenuto molti seggi). ...l'atmsofera si riscalda

martedì 25 ottobre 2011

Proiezioni in Tunisia best links for real time reults -Update

While waiting for officil data, here are a couple of experiments from Tunisian web world and civil society

In attesa dei risultati ufficiali, condividiamo un paio di esperimenti della rete e del mondo delle associazioni di creare delle proiezioni ufficiose sulla base delle informazioni per ora rilevate. Ecco quelle del sito Fhimt.com (dall'arabo vi ho ascoltato....ricordate il discorso di Ben Ali il 13 gennaio?)

Check out the following link for updates and other charts

Potete fare anche voi la vostra mappa attraverso questa pagina excel popolata dai cittadini su questo Link interattivo e utile

Se usate un PC, F5 per aggiornare

La sorpresa di Hachmi El Hamdi riaccende il dibattiito

Ormai in Tunisia non si parla di altro. Mentre la stampa internazionale non parla altro dell'Islam al governo, la grande sopresa non e' piu' Ennhada, ma Hachmi El Hamdi, originario proprio della citta' di Sidi Bouzaid dove e' scoppiata la rivolta nel dicembre del 2010 che ha portato alla fine del regime di Ben Ali, e proprietario di una catena televisiva londinese El Mostaquella. La sua lista El Aridha avrebbe ottenuto 10 seggi (o oltre) soprattutto al sud e centro del paese, e proprio a Sidi Bousid sua roccaforte elettorale. Contro di lui si e' scatenata la rete e sono pronte accuse di violazioni della legge elettorale(e non sarebbe il solo) tra cui quella di aver fatto campagna elettorale dalla sua stazione televisiva Molti lo definiscono il nuovo Gheddafi, alcuno lo chiamano il nuovo Berlusconi. Lo accusano di esser stato prima islamista, poi pro-Ben Ali. Si e' gia' autoproclamato il nuovo Presidente, e potrebbe -temono in molti - esser l'ago della bilancia che assicurerebbe a Ennhada si avere la maggioranza assoluta. La vignetta di Z mostra il sentimento di molti Tunisini, soprattutto qui a Tunisi. Stay tuned

lunedì 24 ottobre 2011

Tunisia: La "doccia fredda" dei primi risultati....non per tutti

Arrivando in ufficio questa mattina mai ci saremmo aspettati una reazione simile. Una collega Algerino-Tunisina inchiodata allo schermo del computer guardando un video su youtube di una folla di esaltati che gridano Allah il grande, "queste immagini mi ricordano l'Algeria 20 anni fa" commenta. Un altra Tunisina che non riesce a trattenere le lacrime e mostra i suo disapputto in maniera sprezzante "non capisco come sia possibile che il grande popolo tunisino sia caduto cosi in basso". I commenti si riferiscono alla vittoria confermata dai primi scrituni dei Tunisini all'estero ormai certa anche in Tunisia del partito filo-islamico Ennhada. C'e' chi su Facebook addririttura oggi ha messo l' immagine della bandiera tunisina macchiata di nero, in segno di lutto. E' la borghesia tunisina che spesso parla, incredula nel sentirsi isolata, si sente una minoranza impaurita da tutto cio' che lo "spettro" dell'Islam ha sempre rappresentato e puo' rappresentare. Sono soprattutto le donne ad aver paura di perdere i propri diritti, anche se Ennhada ha affermato in piu' riprese di non volerli toccare. Un ironico twitter afferma "ora vi vado a bere un ultimo bicchiere prima che non si possa piu' fare". Eppure a molti appariva evidente, a nostro avviso per 4 ragioni principali (i) dopo 20 anni di repressione nei confronti dell'islam politico (e di fatto anche religioso), il movimento islamico non poteva che prendere forza (ii) in temi di crisi e di transizione, il valore religioso rappresenta in tutti i paesi un ancora forte (iii) Ennhada ha condotto una campagna elettorale assai aggressiva, giocando abilmente le carte dell'avvicinamento all'occidente, con gli occhi aperti a consiglieri anomali e spesso stranieri, come l'Italiano Giacomo Fiaschi, che ha aiutato a fare da ponte con il mondo politico e anche religioso italiano (iv) Ennhada ha disposto di risorse finanziare e di una mobilitazione sul territorio che nessun partito poteva eguagliare. Ma e' proprio parlando con la gente che si capisce che, a parte tutto, il partito di Gannouchi ha una forte presa sulla gente, anche qui nei quartieri ricchi della Tunisi bene. Molti lo vedono come l'unico partito che non e' mai venuto a patti con il regime, alcuno lo definiscono come il partito degli onesti (nostante alcuni trucchetti elettorali di cui abbiamo gia' parlato), altri ne ammirano la semplicita' dei messaggi politici. Quello che soprende e' il divario tra diverse realta' che coesistono: una borghesia imprigionata da cliche' e dalle paure di cui siamo stati anche noi vittime; la frammentazione delle forze politiche vittime di personalismi che hanno portato ad una moltipicazione di liste causando una inevitabile dispersione di voi; e le aspirazioni della gente comune: alla ricerca di valori come l'onesta, la ricerca di identita', la voglia di trovare una soluzione rapida ai propri problemi economici e sociali. In fondo la neonata democrazia tunisina paga ancora lo scotto della propria giovinezza. In pochi hanno di fatto affrontato i problemi economici con seri discussioni su programmi. E' cosi che il dibattito e' finito a vertere sui "valori" (gioco molto pericoloso come noi Italiani sappiamo bene) e la semplicita' dei messaggi ha vinto. In tutti i casi il vincitore oggi dovra' affrontare la crisi economica con le magre risorse dello stato tunisino e a tenere testa alle promesse elettorali. Oggi la Tunisia ha quanto mai bisogno di investitori e di consenso. Ennhada dovra' dunque costruire un'alleanza con altri partiti. Diversamente da quanto speculano molti, Ennhada non potra' avere piu' degli 80 seggi concessi (tetto massimo) sugli oltre 217 previsti e concessi da una legge elettorale. La Tunisia deve accettare qualsiasi risultato e costruire sulle lezioni di queste prime elezioni, affrontando i problemi reali. La societa' civile dovra' certamente esser vigile ma evitare le polarizzazioni degli ultimi giorni. (vedi foto). Come scriveva un blogger questa sera "Non credo che il 30% dei Tunisini siano degli estremisti, ma se li demonizziamo non facciamo che radicalizzarli". Ci piace concludere questo post (ma spero che il dibattito continui) con un altro bel twitt "Islamisti o no, l'immagine della Tunisia rimane e rimarra' quella della sua pluralita''". Voi che ne pensate?

Elezioni in Tunisia: Il primo risultato

Non e' molto comune che le elezioni diventino giornate di festa, ma cosi lo e' stato in Tunisia, dove si stima che il 90% dei neo iscritti alle liste si sia recata al voto. A Tunisi i seggi elettorali erano pieni di gente, in fila, ordinati. Chi si aspettava le tipiche pratiche "mediterranee" di chi prova a fare il furbo in fila e litiga anche per nulla, e' rimasto a bocca asciutta. I tunisini hanno rotto ogni stereotipo offrendo un grande esempio di dignita ....e pazienza. L'attesa media e' stata di 3-4 ore. Eppure persone di tutte le eta' attendevano con pazienza. Come questo ultraottantenne che con pazienza ha atteso questo gran momento della sua vita.
Il tutto all'insegna di grande trasparenza. Tuti potevano guardare, osservare. Anche a noi e' stato concesso di filmare da dentro il seggio, per mostrare al mondo che in Tunisia non c'e' piu' nulla da nascondere. Fuori dei seggi c'era chi suonava i clacsons a festa. Anche noi italiani abbiamo voluto festeggiare e lo abbiamo fatto con i nostri figli e altri amici proprio di fronte alle-ex-parco giochi dei figli del Presidente Ben Ali, ora reso pubblico, in cima alla collina di Sidi Drif, davanti alla sua ex residenza.

Alcune prime previsioni "inofficiali" stanno gia' uscendo su vari siti, come su quello di Radio FM
. I dati ufficiali saranno disponibili domani sera. Per ora preferiamo non guardare le previsioni e ricordare le parole di un osservatore elettorale tunisino che alla domanda "chi vincera' queste elezioni?" ha risposto "oggi ha vinto la Tunisia e il mondo arabo". Questo e' il primo grande risultato di questo memorabile 23 ottobre

domenica 23 ottobre 2011

Tunisia: the Victory of Democracy (la vittoria della democrazia)

Carthage 23 ottobre. Dalle prime ore del mattina non riusciamo a pensare ad altro,vogliamo uscire, esser parte della storia che si sta scrivendo nuovamente e proprio dietro casa. Ci riteniamo fortunati anche oggi, a 10 mesi dalla rivoluzione che ci ha regalato emozioni indimenticabili,per l'opportunita' che la Tunisia ci sta offrendo di esser testimoni di un altro momento glorioso. Sono solo i nostri bambini a trattenerci in casa. Sono troppo piccoli per capire cosa sta succedendo. Ci colleghiamo alla rete - come quando mesi fa non si poteva uscire e il web era la nostra "strada" - e vediamo immagini che gia' circolano a grande velocita'. Sta vincendo la democrazia. Il famoso dito blu di chi ha votato e' diventato ormai un simbolo della rete, nascono hashtags che esplode sulla rete. E' chiaro che tutto il mondo sta osservando con impazienza e curiota' questo momento storico. Riusciamo a convincere i figli di uscire per una passeggiata. Vicino casa abbiamo una scuola dove oggi si vota. Gia' dalle strade vicine, si vede gente che si affretta ad andare a votare. C'e' un atmosfera di grande ordine e solidareta'. C'e' chi accompagna anziani mano nella mano o in macchina. Donne, bambini, uomini di tutte le eta' accorrono verso la scuola. All'ingresso del cortile di vede una grande fila che in maniera ordinata, a serpentina occupa tutto il piazzale.
Intervistando alcuni presenti, chiediamo da quanto tempo attendono in fila. Un ragazzo, ormai vicino all'urna, si confida "sono arrivato alle 7:00 del mattina e sono in fila da 3 ore e 1/2, ma in realta' sono ventanni che aspetto, quindi 3 ore non e' niente in confronto....poi siamo qui tra amici". Si respira un'aria di grande speranza. Inconriamo una vicina di casa che fieramente ci ha mostrato il suo dito blu. Non riusciamo a trattenere le lacrime. Il contrasto con il nostro paese, dove molti hanno gia' perso ogni speranza, dove da mesi c'e' chi reclama un vero cambiamento, le elezioni, di voltare pagina, e si trova di fronte ad un muro insormontabile. Tutto cio' ci riempe di rammarico e tristezza. Riuscira' anche il nostro paese ad avere un momento simile? Che la Tunisia sia di ispirazione per tutti, che dia speranza a nostro paese e a tutti i paesi oppressi.

Election Day in Tunisia: guida ai naviganti

Siti per seguire le elezioni. :

Twitter Hashtage:

Guardian Blog

Commenti su Globalvoices

Rapporti sulle irregolarita'

Previsioni Facebook

....e presto su questo blog il resoconto di questa giornata storica.

venerdì 21 ottobre 2011

I mille volti del pre-elezione

C'e' un atmosfera surreale a Tunisi e realta' e vissuti paralleli si incrociano. La citta' e' piena di giornalisti internazionali (non se ne sono mai visti tanti !) spesso affannati nella ricerca di unintervista, uno scatto, una notizia per "bucare" lo schermo distratto di molti lettori internazionali, quanto mai alle prese con le crisi greche, italiane e americane. Diversamente dalle previsioni che vedevano questo come il momento di grande visibilita' per la prima elezione democratica dopo la primavera araba, distoglere l'attenzione dell'occidente dai propri problemi e' assai difficile. Ma la grande difficolta' e' che il paese e' in effervescenza e nemmeno i blogger piu' disponibili hanno tempo per offrire interviste. Tutti impegnati per la campagna elettorale. Cosi come i numerosi osservatori internazionali, oltre 500, in gran parte europei e americani. Ci sono tutti: Comunità Europea (oltre 200 osservatori), Fondazione Carter  (oltre 80), The National Democratic Institute, Organizzazione Internazionale della Francofonia (una cinquantina) e tanti altri. Corrono da una parte all'altra, presidiano alberghi, conferenze. Per molti di loro sono stati organizzati corsi intensivi di storia e di attualita' tunisina. Giornalisti e osservatori, spesso digiuni alla realta' tunisina, si affannano a comprendere in poco tempo una realta' e un contesto che appare incomprensibile. Sono affamati di contatti, cercano di capire, ma il tunisino e' irrangiungibile. Qualche giorno fa la famosa blogger Lina Ben Mhemi ha scritto sul suo blog: "giornalisti non contattatemi piu'". I tunisini sono impegnati a vivere e partecipare alla loro pagina di storia. Oltre 7000 osservatori nazionale e volontari tunisini pronti ad assicurarsi che le elezioni si svolgano in modo regolare. Sono eccitati, ma anche impauriti di cio' che puo' succedere. E' un atmosfera calda, che si consuma tra avvertimenti, come quelli dell'ennesima protesta prevista oggi ma mai veramente consumata, forse l'ultima prima delle elezioni. Gente comune gira con volantini in mano, i muri sono tappezzatti di poster. C'e' confusione. Oltre 100 partiti e 1000 lista tra cui scegliere (con tanto di errore sulla scheda - vedi foto). Si cerca di ricordare il numero del partito da votare, ben piu' importante del logo o del nome, che qualcuno ricorda in arabo o in francese (spesso la traduzione non e' letterale). Poi ci sono i Libici ormai residenti da mesi, che fanno parte del tessuto della nuova societa' Tunisina, quanto mai aperta e integrata. La morte di Gheddafi ha dato loro un grande sussulto, hanno festeggiato insieme ai "fratelli" tunisini, davanti alla loro ambasciata a Tunisi e nelle strade. Venditori ambulanti vendono i gadgets con la nuova bandiera della Libia. Il grande giorno per loro e' stato ieri, un giorno partecipato con i tunisini, unico momento a distogliere la loro attenzione dalla corsa alle elezioni. L'altro grande contrasto e' tra chi ha deciso di votare e fa di tutto per incoraggiare altri a fare lo stesso nelle forme piu' creative, e chi ha deciso che a votare non ci andra'. Ebbene si, c'e' chi e' deluso che nulla e' cambiato. Ma la voce di incoraggiamento e' venuto dall'imam della moschea centrale vicino Passage (quella da cui spesso partivano i cortei) che ha tuonato contro chi ha deciso l'astensione. Senza dare suggerimenti alcuni, ha affermato "Bisogna andare a votare almeno per onorare la morte dei martiri della rivoluzione". Diversamente da quanto si prevedeva in questo ultimo venerdi pre-elettorale, dopo la preghiera i fedeli sono tronati nelle loro case o al lavoro. Ormai la strada della democrazia e' quanto mai aperta. Che vinca il migliore!

Il ritorno di Ben Ali in Tunisia?

Scherzo fantastico per incoraggiare la gente a votare in Tunisi. Se non andate a votare, Ben Ali puo' tornare
  

martedì 18 ottobre 2011

Elezioni: Guida al voto dei Tunisini in Italia

Riceviamo e alleghiamo la guida al voto in Italia e ricordiamo il sito www.isie.tn cotiene tutte le info necessarie

domenica 16 ottobre 2011

Rivolte a confronto, le infiltrazioni estremiste che fanno male

Negli ultimi giorni l'Italia e la Tunisia hanno vissuto dei paralleli e dei contrasti assordanti per chi come noi, si trova semre piu nel mezzo di queste due sponde del mediterraneo ch si attraggono e si respingono. L'Italia vive oggi un dramma per molti aspetti simile a quello che si viveva qui nel dicembre dello scorso anno. Precarieta' dilagante, disoccupazione giovanile alle stelle, diparita' regionale, ma soprattutto lo sconforto che la fine del regime non sia piu; cosi vicina. Cosi come nella seconda meta' del 2010, la campagna per la ricandidatura di Ben Ali e la revisione della costituzione per un ennesimo mandato frantumo' ogni speranza di un cambiamento gradule, similmente lo "schiaffio in faccia" dell' ennesma fiducia al governo Berlusconi ottenuta il 14 Ottobre, mi fa sentire nella pelle quella frustrazione che sentivano in Tunisini prima della rivoluzione, mutatis mutandis. Le vibrazioni della mia rabbia si incontrano certamente con tutti coloro che nella sponda Nord stanno perdendo le speranze. chi ormai non nutre piu' nessuna speranza in un cambiamento. Rabbia che si scontra con le immagini dei black blocks, riportata abilmente da Claudia Vago in un suo articolo, con cui si chiede come e' possibile che l'Italia non possa seguire l'esempio di altri paesi nell'ondata di una rivolta pacifica, proposiva e per questo vincente. La foto che circola si facebool su un sospetto uomo delle forze, servizi segreti, o quant'altro che fa il palo ai Black blocks mi ricorda i racconti della Kasbah (il movimento che ha fatto cadere i primi governi di transizione tunisini fino ad un epurazione di uomini dell'RCD), quando personaggi sospetti spargevano siringhe e spinelli per mostrare che si trattasse di un gruppo di drogati.Se dietro i back blocks ci sia lo stato, dei fanatici o quant'altro lo affermera' la storia, ma il risultate e' che di quella protesta ora si ricordano quelle immagini prima di tutto e il dibattito e' sulla madonnina rotta o sul ruolo della polizia, invece che sulla richiesta di dignita' (karama direbbero da queste parti) emerso dalla piazze e le risposte da dare al paese. Un messaggio di speranza, che vale per tutte le due sponde e' emerso poche ore fa ore fa a Place Pasteur, nel centro di tunisi, dove una centinaia di ragazzi e ragazzi Tunisini hanno indetto una marcia spontanea contro gli estremismi e le polarizzazioni del giorni passati.. I Tunisini lo hanno capito e lo hanno mostrato. L'estremismo non fa che favorire lo status quo, ci vuole una rivolta propositva, non-violenta e soprattutto continua. La speranza e' che dopo che i riflettori si spengono su qesta vicenda, il popolo Italiano sia offrire quella determinazione e continuita che i Tunisini hanno saputo dare nei gloriosi 30 giorni, che abbiamo raccontato nel nostro libro, e che hanno permesso una rivolta epocale. Che la lotta continui, e mai come oggi dobbiamo essere uniti!

venerdì 14 ottobre 2011

Tunisia: un triangolo pericoloso

E' emersa oggi la notizia dell'arresto presso El Agba, in un quartiere di Tunisi, di due inidividui di doppia nazionalia' canadese e tunisina, in possesso di armi da fuoco Kalachnikov, munizioni e caluta estera. Finora nulla di nuovo. Non e' la prima volta che le autorita' trovano persone entrate piu' o meno legalmente sul territorio in possesso di armi. In mattinata era anche circolata l'informazione di una sparatoria a La Marsa, nella ricca perferia Nord del paese. Si tratta di spari messi subito a tacere dal pronto intervento delle forze dell'ordine. La giornata e' proseguita con importanti manifestazioni in centro citta' di folle al grido di Allah il grande. Si riporta anche l'attacco alla casa di Karoui, azionario di Nessma. In serata il sito di aljarida ha annunciato che il primo ministro del governo di transizione sarebbe pronto a dare le proprie dimissione, notizia rivelatasi prontamente falsa. Il proprietario del sito Noureddine Ben Ticha, sarebbe un uomo vicino al vecchio regime. Sembra che sia emergendo un pericoloso triangolo tra forze del vecchio regime, che stiano soffiando sul fuoco dell'ondata islamista, per creare caos - un atteggiamento rafforzato dallo spargere di false notizie - e la presenza di armi, di provenienza assai incerta. Si anticipano delle giornate assai calde....

NESSMA, Islam, Italia il gioco si fa duro


Sono bastate poche ore dall'attacco alla emissione NESSMA (canale TV commerciale con partecipazione del gruppo Mediaset), per scatenare un dibatttito, infiammatosi sulla rete sulla portata di un tale gesto. Le iniziali grida di allarme per un attacco di Salafiti e di un duro colpo alla lberta' di espressione, sono stati attenuati da video che mostrano gruppuscolo relativamente inoffensive, che avrebbero montato una protesta, in realta' molto meno violenta di quanto annunciata. Addirittura una parte dell'opinione pubblica ha chiamato ad una possibile manipolazione che favorisce la TV "di Berlusconi" e non fa altro che polarizzare il dibattito, mettendo in discussione l'Islam. Su facebook appaiono messaggi, come quello di Rahib "Ma chi ha detto che NESSMA è stata attaccata per motivi religiosi ?? Oramai in Tunisia qualsiasi cosa legata ad un personaggio del mondo occidentale ( come Berluscono per NESSMa) viene attaccata subito su grida '' al salafita''. Molti cittadini in Tunisia ( fra cui io ) sono in dissacordo con quello che manda in onda l'emittente in quanto influenza negativamente i giovani . Tutto qua, ti piacerebbe avere una televisione tunisina simile a quella italiana ? Dove la moralità e il pudore sono valori sconosciuti ?? Abbiamo una gioventù brillante non la roviniamo come in Italia o in altri paesi". - Dopo la fine della paura di Ben Ali, e' oggi spesso la paura di modelli non certo di successo a spaventare la Tunisia. Mi vengono in mente le parole di un ragazzo Tunisino residente in Italia da anni, alla ci domanda su quali saranno le sorti del paese dopo le elezioni mi rispose "ho paura che la Tunisia con la democrazia diventi come l'Italia" - E' l'immagine di una decadenza culturale e politica di un paese, che - democraticamente - ha eletto e tenuto galla un leader che tutti detestano, ma che non molla la presa, diversamente al presidente Tunisino pronto a cedere il posto a nuovi eletti, un'altra lezione di stile di un paese che si dimostra sempre piu' maturo, nonostante la tenera eta' della sua democrazia del "bel paese" dove servira' un miracolo per scuotere un primo ministro in affanno dalla sua poltrona. Di fronte a tale decadenza nella sponda nord del mediterraneo, di cui Nesmma rappresenta per molti uno specchio pronto a replicare immagini e abitudini (la stessa emittente qualche mese fa aveva mandato in onda uno spot "Forza Tunisia". Ricorda qualcosa?), emerge una spinta a riaffermare valori tradizionali, un Islam senza compromessi. E' la storia delle 53 ragazze che sfidano la legge e le universita' per poter indussare il Niqab (il velo che copre il corpo tranne gli occhi). La polarizzazione doventa sempre piu' forte e a guadagnare sono proprio quelle forze estreme, incluse quelle commerciali che colgono l'occasione storica per convertirsi in "paladini" della liberta', dopo anni di appiattimento e di sostegno al regime. E' un clima che non aiuta l'elettore ancora confuso che tra 10 giorni scegliera' le sorti di un paese ancora al bivio.  Nel frattempo riceviamo un messaggio dell'Unita' di Crisi, ormai inconfondibile, che ci avverte di manifestazioni previste per il Venerdi 14 Ottobre su Avenue Bourghiba (centro citta'), lo stesso giorno in cui a Roma di decide sulla possibile sfiducia di Berlusconi. Stay tuned.

martedì 11 ottobre 2011

Al Jazeera: Who are Tunisia's political parties?


Sam Bollier on Al Jazeera (09 Oct 2011)

Who are Tunisia's political parties?

On October 23, Tunisian voters will have 81 parties and hundreds of independent candidates to choose from.


dai quotidiani italiani

Guida alle Elezioni in Tunisia
da "il Post" del 9 Ottobre 2011


Il 23 ottobre si vota per eleggere l'Assemblea costituente: in campo un grosso partito di ispirazione islamica e molti più piccoli partiti laici

In Tunisia è iniziata la campagna elettorale per le prime elezioni dopo la caduta del regime di Zine El Abidine Ben Ali, avvenuta il 14 gennaio scorso dopo 23 anni di dittatura. Il 23 ottobre oltre 7 milioni di tunisini sceglieranno tra 80 partiti e centinaia di candidati indipendenti i 217 membri dell’Assemblea Costituente, che avrà il compito di stilare la nuova Costituzione. Inizialmente le elezioni dovevano tenersi a luglio ma sono state posticipate su richiesta della Commissione elettorale per ragioni logistiche. L’Unione europea manderà 150 osservatori per controllare la regolarità del voto [..]

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lunedì 10 ottobre 2011

dai quotidiani italiani

Gli attacchi degli islamisti in Tunisia
da "il Post" del 9 Ottobre 2011

«A due settimane dalle prime elezioni dopo Ben Ali aumentano gli assalti degli estremisti: oggi è stata attaccata una tv che aveva trasmesso Persepolis»


A due settimane dalle prime elezioni libere dopo la caduta di Ben Ali, gli estremisti islamici agitano la Tunisia. Ieri mattina un gruppo di islamisti ha fatto irruzione nell’università di Susa, a 150 chilometri a sud della capitale Tunisi, dopo che una studentessa non era stata ammessa perché indossava il niqab, il velo totale delle donne musulmane che copre tutto il corpo a eccezione degli occhi. Poche ore dopo circa 200 estremisti sono entrati nell’edificio, minacciando i professori ed esponendo cartelli contro il divieto del velo totale deciso dal ministero tunisino dell’istruzione all’inizio dell’anno accademico. In serata circa duecento donne tunisine, venute a sapere delle aggressioni di Susa su Facebook, sono scese in strada nella periferia di El Menzah, una città della Tunisia, per protestare contro il raid degli estremisti.
La tensione è tornata a salire nella giornata di oggi, quando centinaia di islamisti sono tornati a protestare all’università di Tunisi contro il divieto del niqab negli atenei, per poi spostarsi a nord della città, nel quartiere popolare di Jebel El Ahmar, dove hanno attaccato la polizia in tenuta antisommossa con pietre, coltelli e bastoni al grido di “Allahu akbar” (“Allah è grande”). Testimoni riferiscono di poliziotti in fuga dai manifestanti, che in seguito sarebbero stati comunque dispersi.
Le violenze, tuttavia, sono proseguite. Sempre oggi un gruppo di circa trecento salafiti ha attaccato a Tunisi la tv privata Nessma (di cui tra l’altro è azionista anche Mediaset). Dopo aver minacciato di morte editori e giornalisti, gli estremisti hanno tentato, senza successo, di dar fuoco agli studi televisivi, prima di essere respinti dalla polizia. L’attacco dei salafiti è scaturito dalla recente messa in onda di Persepolis, il film di animazione di Marjane Satrapi ispirato al suo omonimo graphic novel. Il film racconta, attraverso gli occhi di una bambina, gli ultimi giorni dello scià iraniano prima della rivoluzione dell’ayatollah Khomeini. «Subito dopo la messa in onda del film, abbiamo ricevuto minacce di morte su Facebook», ha dichiarato il presidente di Nessma, Nebil Karoui.
L’attacco di Nessma ha ricordato un episodio di violenza molto simile, accaduto lo scorso giugno, quando un gruppo di salafiti attaccò un cinema di Tunisi per aver proiettato il film Ni Dieu, Ni Maitre (“Nessun dio, nessun maestro”) della regista franco-tunisina Nadia El Fani, una pellicola molto critica nei confronti delle fazioni più estreme e politicizzate dell’Islam. Nel febbraio scorso, invece, a poche settimane dalla caduta di Ben Ali, decine di islamisti avevano provato a dare fuoco a un quartiere di Tunisi famoso per i suoi bordelli che, secondo gli estremisti, «devono essere tutti chiusi, perché le donne in Tunisia non possono essere trattate come divinità».
Nelle elezioni del 23 ottobre, le prime della Tunisia liberata nove mesi fa dal regime di Ben Ali, si voterà per eleggere l’Assemblea costituente, che sarà incaricata di redigere una nuova Costituzione. Secondo gli ultimi sondaggi, tra le ottanta liste iscritte, il partito islamista Ennahda dovrebbe ottenere il maggior numero di voti. Come in seguito all’attacco alla tv Nessma, i vertici di Ennahda hanno spesso preso le distanze da simili episodi violenti, dichiarando di voler applicare i principi islamici con “la giusta moderazione”. Tuttavia, come nel caso del film di Nadia El Fani, secondo Ennahda alcuni attacchi degli estremisti vengono scatenati “da alcune provocazioni contro l’Islam”.
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domenica 9 ottobre 2011

dai quotidiani italiani

Tunisia chiama Italia: Riaprire rubinetti immigrazione legale

da "il Fatto Quotidiano" del 9 Ottobre 2011




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giovedì 6 ottobre 2011

Incontrate Italiani di Cartagine in Italia!

Cari lettori. Siamo lieti di informarvi che alcuni membri di Italiani di Cartagine saranno in Italia nei prossimi giorni per una serie di presentazioni del libro Non Ho Piu' Paura, Diario di una Rivoluzione. Eccovi gli appuntamenti
Speriamo di conoscere molti di voi

mercoledì 5 ottobre 2011

Le caramelle di Ennhada e il paese dei balocchi

Sanna lavora come segretaria nel mio uffico. E' una ragazza giovanissima, personalita' frizzante e dinamica. Non parla mai di politica, retaggio ancora di una generazione cresciuta alle insegne del taboo della politica. E' cresciuta negli anni di Ben Ali, non ha visto altro nel proprio paese, anche se di democrazia ne ha sentito parlare, come tutti i Tunisini, esposti all'occidente come pochi. Andiam oa pranzo in una giornata come tante altre, un sandwich rapido per tornare ognuno alla propria scrivania quanto prima, ambedu sommersi di lavoro. Il tempo del sandwich e' quanto basta per un'apertura spontanea. "Lo sai che domenica sono passati quelli di Ennhada (il principale partito islamista tunisino) nel mio quartiere?". Erano una dozzina di macchine, suonavano a festa, distribuivano caramelle ai bambini, facevano promesse che se Ennhada avrebbe vinto le elezioni, ci sarebbe stata una ripresa economica: sussidi per disoccupati, sussidi ai trasporti ....il paese dei balocchi insomma - mi viene da pensare - ma e' lei stessa ad anticiparmi "il governo non ha soldi, come fanno a promettere tutto cio?'". Sanna non ha certo una laurea in economia, ma il suo buonsenso non si allolontana da una realta' che vede la Tunisia quest'anno a crescita ZERO e che prevede un deficit per il prossimo anno che tutti ormai prevedono attorno al 7 per cento del Prodotto Interno Lordo....altro che Regole di Maastricht. Chiedo - forse un po' sfacciatamente - "ma vi erano donne in quelle macchine?" "Certo - risponde - e portavano tutte il velo, c'erano anche uomini con la barba lunga" (tipico dei Salafisti, frazione delll'Islam ortodossa). Questo racconto si aggiunge quello di altri, che ci han parlato di strategie ben piu' aggressive che le caramelle. In alcune localita' il partito islamico offre di pagare le bollette del telefono, della luce. Mi ricorda quello che facevano i democristiani nel dopoguerra in Italia, scarpa destra prima e sinistra dopo le elezioni. Eppure non solo nei metodi i partiti a ispirazione religiosa si somigliano, ma nella forza aggregratrice che il messaggio semplice dell'appartenenza alla religione puo' dare, soprattutto in tempo di crisi. Non a caso, uno dei consulenti politici di Ennhada e' un italiano di formazione cattolica, anche lui traccia i paralleli tra i due fenomeni in una intervista su Nena News. Ma la domanda del secolo e', sara' Ennhada un partito aggregatore, come lo e' stato la DC? o ci sara' una frattura tra Ennhada e il resto del paese? Sara' in grado di mantenere le promesse di liberta' religiosa?....ma soprattutto, riuscira' il partito che ormai tutti prevedono come lo scontato vincitore delle elezioni a far ripartire l'economia e a convertire la Tunisia nel paese dei balocchi?

martedì 27 settembre 2011

Lato oscuro di un certo tipo di turismo in Tunisia

Cogliamo il messaggio nella bottiglia e riportiamo una triste storia, che ci sentiamo obbligati a condividere
http://naturaltina.blogspot.com/2011/09/bardolino-mangiabambini.html. Anche questo succede in Tunisia...putroppo. Con la speranza che con la rivoluzione si possa finalmente parlare di questo taboo che macchia le nostre conscenze, e si abbia il coraggio di porvi rimedio.

domenica 25 settembre 2011

Primavera araba: Il mea culpa dell'Italia FINALMENTE

Riportiamo un pezzo della nota stampa ANSA sull'intervento di Frattini. Magari e' ora di rimuovere dal sito del Minstero degli Esteri l'intervista della Craxi secondo cui Ben Ali "non aveva commesso nessun reato", visto che la posizione del governo appare cambiata.

RIVOLTE: FRATTINI, ABBIAMO TRASCURATO ASPETTATIVE VICINI SUD
INTERVENTO MINISTRO ESTERI A ASSEMBLEA GENERALE ONU
(ANSA) - NEW YORK, 24 SET - L' Italia come gli altri paesi occidentali ha prediletto partnership con regimi antidemocratici e trascurato le aspirazioni per diritti civili e politici della gente, ma '' la primavera araba ci ha ricordato che nessun leader politico puo' restare al potere a scapito del suo stesso popolo e che la cooperazione in nome di sicurezza e stabilita' non e' un' alternativa alla promozione della liberta''', lo ha sottolineato il ministro degli Esteri Franco Frattini nel suo discorso oggi a New York all' Assemble a Generale dell' Onu . '' Per decenni l' Italia ha enfatizzato la necessita' di eliminare la differenze, di condizioni socio economiche e di aspettative, tra la sponda nord del Mediterraneo e i nostri vicini della sponda sud . Nonostante questa visione, la tendenza e' stata di trascurare le aspirazioni per diritti civili e politici da parte della gente in Nord Africa e in Medio Oriente .'', ha sottolineato Frattini nell' intervento davanti a Palazzo di Vetro . '' L' approccio assunto dall' Italia e dagli altri paesi occidentali - compresi gli Stati Uniti'', ha aggiunto, '' e' stato di delineare partnership con regimi non democratici, dando la priorita' a sicurezza, cooperazione antiterrorismo e la questione dell' Immigrazione . Ma la primavera araba ci ha ricordato che nessun leader politico puo' restare al potere a scapito del suo stesso popolo . Ha confermato il principio che non ci puo' essere mediazione o compromesso quando si tratta dei diritti fondamentali . E ha mostrato che la cooperazione in nome di sicurezza e stabilita' non e' un' alternativa alla promozione della liberta',la crescita economica e democratica, la creazione di posti di lavoro'' .

Peccato che non se ne sia reso conto prima, eppure il 10 gennaio del 2011 tutto era gia' chiaro anche per lui eppure lo stesso ministro difese Ben Ali and Company a spada tratta come si leggeva qui....Come direbbero su questa sponda del Mediterraneo : Hambdullah! (Grazie a Dio)

venerdì 23 settembre 2011

Tunisia: torna la paura?

Il recente arresto del gruppo armato infiltrato nel territorio tunisino e' passanto in gran lunga inosservato ai media internazionali. Eppure in Tunisia la notizia ha scaldato gli animi. Non e' la prima volta che gruppi armati entrano nel territorio dalle porose frontere  algerine e libiche, e la paura di un intensificazione durante le date adiacenti al voto aumenta. Nelle serate della comunita' internazionali si sente spesso la domanda quasi di rito "ma voi che fate, rimaete in Tunisia per le elezioni?". Ma c'e' chi in questi arresti vede l'efficienza di un esercito che riesce a fare opera di contenimento, e mostra di avere il controllo sul territorio, come dimostrato con l'arresto di Baghdadi Mahmoudi , ex primo ministro libico fedele a Gheddafi arrestato e incarcerato immediatamente. Con il conflitto libico alle porte e ancora non del tutto concluso, le paure e i segnali di una flusso illecito di armi aumentano, come la scoperta dell'Unta' militare di  Ben Guerdane (a due passi dalla frontiera libica) martedi scorso di due fucili "Kalachnikov". Nel frattempo si vedono arrivare gli osservatori elettorali, sparsi sul territorio. Sono giovani ragazzi e ragazze. Non nascondono la loro emozione di venire ad assistere ad una pagina di storia. La Tunisia ha gestito egregiamente l'arrivo di centinaia di migliaia di profughi di tutte le nazionalita', ma avrebbe la stessa capacita' di gestire un altrettanto ingente flusso di armi?

lunedì 19 settembre 2011

Prima puntata di Tunisia Off the beaten track: Korba

A grande richiesta, lanciamo una nuova rubrica, dedicata alla scoperta delle mete meno conosciute della Tunisia. Iniziamo da una delle strutture e locations preferite, la spiaggia bianca di Korba e l'Hotel Africa Jade. A 1 ora e 1/2 da Tunisi, scopriamo un hotel unico tutto dedicato al tema del continente nero. Si viene accolti da batik, troni tradizonali, immagini di animali della Savana e il cinguettio di uccelli tropicali. Lontano dall'atmosfera standardizzata delle zone turistiques tunisine, l'Africa Jade e' speciale in tutto, compresa la sua Spa dove l'atmosfera esotica e' marcata di basorilievi di donne africane a sul muro della piscina, oltre che all'Hammam con stile tipicamente arabo. E se avete dei bambini...portateli. I nostri adorano l'hotel e la fantasia che tutte quelle immagini possono stimolare

Photos Korba
Cette photo de Korba est fournie gracieusement par TripAdvisor Se siete stati a Korba, raccontatevi la vostra esperienza. Aspettiamo anche vostre segnalazioni per altre mete. Scriveteci le vostre esperienze, foto, etc. a italianidicartagine@gmail.com. Stiamo creando anche una mappa degli off the beaten track.

venerdì 16 settembre 2011

Elezioni e transizione in Tunisia: Non si torna indietro!


E' l'affermazione degli 11 principali partiti tunisini con la Dichiarazione del Processo di Transizione: un patto tra i partiti ad osservare una serie di impegni al fine di garantire ai cittadini una transizione certa. I punti essenziali sono:
- Le elezioni per l'Assemblea Costituente devono assolutamente avvenire  come previsto il 23 ottobre 2011
- Il mandato dell'Assemblea costituente non deve superare un anno 
- Il trasferimento di potere dove essere graduale: il Presidente della Repubblica ed il Primo ministro continieranno a ricoprire i loro ruoli fino a quando l'Assemblea Costituente non eleggera' un nuovo Presidente della Repubblica e annuncera' la formazione del nuovo governo. 
  
La dichiarazione e' stata firmata da Ettakattol, Ennahdha, Ettajdid, MDS,  PDP,  Parti de l’avant-garde arabe et démocratique, Parti socialiste de gauche, Tunisie la verte, Parti du travail patriotique et démocratique, Mouvement des patriotes démocrates, Parti de la réforme et du développement. Sono  partiti che nella loro totalita' gia' rappresentano una stragrande maggioranza dell'elettorato potenziale Tunisino.

Nel frattempo, la situazione nel paese sembra migiorare. Non vengono riportati nuovi scontri. La maturita' dei partiti politici tunisini, molti alle prime armi, e' quanto mai lodevole...ci fa riflettere sulle difficolta' che vive ormai la sponda Nord del mediterraneo dove il senso di responsabilita' di molti partiti politici, si e' perso gia' da tempo....

sabato 10 settembre 2011

Il potere di un SMS: l'allerta dell'Unita' di Crisi

E' un tranquillo sabato pomeriggio. Torniamo con i bambini da una sessione di relax in una piscina di Gammarth a Nord di Tunisi, nella tranquilla banlieu nord, che a dispetto delle notizie dal resto del paese, rimane un'isola felice dove la vita continua normalmente, quando il cellulare ci segnala l'arrivo di un SMS "Ambasciata Italia a Tunisi consglia di tenesi periodicamente aggiornatu, ove possible, sul sito http://www.viaggiaresicuri.it/. Si consiglia inoltre di evitare nei prossimi giorni la frequentazione di luoghi affollati e di assembramento". Come rimanere impassibili di fronte ad un messaggio del genere? Cosa significa? Sono mesi che l'Unita' di Crisi ci segnala prontamente pericoli, numeri da chiamare in caso di emergenza, nuovi coprifuochi. Tanto di cappello ad un servizio che funziona ed e' geniale!!. Mentre l'Ambasciata americana spedisce email che vengono ricevute in tempo utile solo da chi e' costantemente sulla rete, l'Italia mostra un pizzico di genialita' mandando messaggi ai cellulari di tutti gli italiani residenti in Tunisia e dei turisiti registrati presso il proprio sito. Ma questo messaggio e' assai bizzaro. Come interpretarlo? Eccesso di zelo in una situazione ancora fragile, o dei veri pericoli dietro l'angolo? La verita' sta probabilmente nel mezzo. Oggi c'e' un pericolo terorismo in tutto il mondo. Domani e' l'anniversario dell'11 settembre e anche dall'altro lato dell'Oceano ci si prepara al peggio. In un altra epoca - e forse chissa' forse non era nemmeno poi cosi vero - la Tunisia sarebbe stato i paese piu' sicuro dove vivere in quella data maledetta. Ma ci rifiutiamo di credere che Tunisi sia oggi piu' a rischio di New York, Parigi, Roma, Londra. Quindi si, siamo d'accordo, teniamo gli occhi aperti, viaggiamo informati, ma non diamoci in preda al panico, non lasciamo che sia la paura (prima di Ben Ali e oggi di possibili attacchi) a limitare la nostra liberta'. Domani 11 settembre si va al mare!! E per chi e' in viaggio per la Tunisia, che si iscrivi al sito del Ministero degli Esteri, ma non manchi l'occasione di venire a respirare il vento di liberta' e la storia che si scrive ogni giorno.

martedì 6 settembre 2011

Tunisia: ancora sangue e coprifuoco

L'apparente calma di Cartagine viene disturbata per la terzo giorno consecutivo dagli SMS dell'unita' di crisi italiana: Coprifuoco serale a Sbeitla e a Douz, due note destinazioni tursitiche al centro-sud del paese. Da ieri, anche Metlaoui, citta' del bacino minerario di Gafsa (vedi mappa) e' sotto coprifuoco serale. Il bilancio del weekend e' di 2 morti e vari feriti. "Dopo la rivoluzione le cose sono peggiorate" - ci aveva commentato un cameriere di Korba questo weekend, riferendosi alla situazione della sicurezza. E' contento della fuga di Ben Ali, "ma il paese e' allo sbando". E' difficile anche da qui, capire le cause di queste violenze. Secondo Rabih "e' la mano di Ben Ali, che semina terrore in modo tale da mostrare che prima almeno il paese era calmo" - una strategia altamente pericolosa, ma che sembrerebbe portare i frutti. Molti puntano sull'assenza di controllo del territorio puntando il dito sula polizia, che - in buona parte screditata dopo esser stata per un ventennio il braccio operativo di controllo di Ben Ali - appare oggi allo sbando. Oggi ci si attende una protesta del corpo di polizia a Avenue Bourghiba, rivendicando salari piu' alti e trattamento piu "equo" nei processi contro i crimini commessi dalla polizia durante la rivoluzione. Per ora il Nord del paese continua in una calma apparente. Si continua ad andare al mare, a discutere di politica e andare ai caffe', ma dal Sud - dove tra l'altro e' nata la rivoluzione - la realta' e' quanto mai tesa.


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venerdì 2 settembre 2011

Investire in Tunisia

Non c'e' dubbio che le sorti della Tunisia dipendono sempre di piu dalla ripresa economica. Giriamo una presentazione interessante e incoraggiante sulla nuova Tunisia come opportunita' di investimento, anche se resta grande attesa per i programmi economici dei partiti politici tunisini, che stentano ancora ad emergere, come racconta la rivista leaders. Tutta l'attenzione oggi e' sulla presentazione delle candidature dei vari partiti per circoscrizioni, scadenza il 7 Settembre.  

domenica 28 agosto 2011

Tunisia: la storia che si riscrive, la rabbia di Sidi Bousid

"Ho paura che la storia verra' riscritta - ci raccontava gia a Gennaio, Nejiib Chouaibi, 34 anni, professore che vive a Sidi Bouzid, il 24 gennaio, quando iniziammo il percorso che ci ha permesso di scrivere il libro Non ho più paura. Tunisi diario di una Rivoluzione. "Come con Bourghiba e con Ben Ali, quando la storia fu iscritta in favore del Sahel, temo che anche questa rivoluzione verra' riscritta in favore dell'elite di Tunisi, che si e' svegliata tardi" ci raccontava. Dalla 14 gennaio infatti, Tunisi e' al centro di eventi, celebrazioni attorno alla rivoluzione. C'e' anche il progetto di fare un museo della rivoluzione. Luogo scelto: Tunisi. Parlandone con una degli autori di questo progetto vi viene detto "E' a Tunisi che si e' compiuta la rivoluzione ed e' a Tunisi - non a Sidi Bousid - che il museo deve farsi!". Itene Panighetti, giornalista di Brescia e membro di Italiani di Cartagine, e' tornata a trovare Nejib e ci racconta che dalla citta' del centro della Tunisia, le cose non sono cambiate. “La rivoluzione tunisina non è del 14 gennaio, ma del 17 dicembre!”: è fermo e deciso Nejib Chouaibi, paese all’interno della Tunisia da dove è scoppiata la miccia che ha fatto esplodere il paese. Incontrato in un caldissimo giorno di fine agosto grazie al contatto degli italiani di Cartagine, (che hanno citato Nejib nel loro libro), Nejib, rifiuta con forza la data del 14 gennaio, che invece tutti, confesso me compresa - racconta Irene - hanno preso come data simbolo della rivoluzione tunisina. "No. La data è il 17 dicembre, giorno in cui si è dato fuoco, perdendo poi la vita il 4 gennaio, Mohammed Bouazizi. Non è una questione di lana caprina, ma un prospettiva fondamentale sotto la quale osservare la recente storia tunisina: se si parla della rivoluzione del 14 gennaio si mette al centro Ben Alì, viceversa se si dice del 17 dicembre in primo piano c’è il gesto di Bouazizi e la reazione del popolo". Facile quindi capire e condividere la rabbia di Nejib e della gente di Sidi Bouzid, che oggi si sentono oltraggiati e offesi, anche da chi, come me, senza pensarci ha commesso questo errore. L’invito quindi è a cambiare prospettiva quando si parla della rivoluzione tunisina, in ogni contesto, dalle chiacchere alle interviste "ai..futuri libri degli italiani di Cartagine, che aspetto con gioia"….e magari una speranza, che un giorno si possa creare il Museo della Rivoluzione proprio a Sidi Bousid, dove tutto e' nato. Per info e sostegni progetto, contattate italianidicartagine@gmail.com

martedì 23 agosto 2011

Grazie Libia....la rivoluzione Tunisina e' salva

Ras Jadir (Reuters)
Questo e' il titolo assai bizzarro (all'apparenza) apparso sul profilo facebook di Rabih, uno dei blogger italo-tunisini che ha raccontato la rivoluzione dal suo angolo del patriota. Il crollo di gheddadi (ormai imminente) scaccia infatti tutta una serie di pericoli legati ad un possibile ritorni del vecchio regime attraverso i confini della vicina Libia, che non ha mai gradito la rivoluzione del vicino. E' apparso inoltre proprio oggi che il rais stesse preparando un attentato a Tunisi.  E' inoltre chiaro che lo shock esogeno del conflitto libico per la tunisia, misurato dalla Banca Africana di Sviluppo in mezzo punto di GDP, oggi ha una grande ripercussione sulla ripresa economica della Tunisia. La fine del confitto libico offrirebbe delle grandi opportunita' per un paese, che gia' beneficiava di relazioni privilegiate con Tripoli e che sicuramente sarebbe "ricompensato" ampiamente dalle nuove autorita', che in piu' occasioni hanno apprezzato l'accoglienza data alle centinaia di migliaia di rifugiati libici (e non solo). Le bandiere tunisine che sventolavano negli scorsi giorni nelle piazze di Benghazi, nonche' quelle della "nuova Libia" qui in Tunisia, mostrano come il destino di questi due paesi sia quanto mai legato. Grazie allora a chi ha lottato e sta lottando perche' la Libia segua la scia della liberta', della democrazia e della dignita'.   

sabato 20 agosto 2011

La piramide rovesciata: l'affermazione nuovi media in Tunisia ...e non solo

I nuovi media e il cosiddetto "giornalismo cittadino" non solo hanno aiutato le rivoluzioni, ma stanno creando un nuovo paradigma. Riportiamo intervista di Mourad Ben Cheikh, autore, cineasta ed intellettuale attivista, autore di Plus Jamais Peur” (Non Piu Paura) documentario sulla rivoluzione tunisina presentato a Cannes, personaggio chiave del nostro libro, nonchè membro della rete degli Italiani di Cartagine.

giovedì 18 agosto 2011

Ramadan a confronto: Diario di viaggio al Cairo

Arrivando a Tunisi quasi non mi accorgo che è ramadan: anche se atterro proprio all’ora dell’iftar ci sono taxi, automobili, tutto funziona come se niente fosse. E nei giorni seguenti me ne accorgo solo dalla tranquillità che regna in Bourghiba una mezzoretta prima e dopo l’ora della rottura, dal fatto che non si trovano vino o birra nei supermercati e nemmeno un posto dove cenare che non sia uno dei lussuosi alberghi per ricchi turisti. Al Cairo è tutto diverso: anche qui atterro all’ora dell’iftar, e subito in aeroporto la gente che viaggia o che non può staccare dal lavoro si offre succo di frutta e datteri. Le case, le strade, le moschee sono ornate dalle luci colorate e dalla tradizionali lampade Fanous, coltre che da festoni e palloncini. Per un quarto d’ora una delle città più caotiche del mondo, dove ogni volta che si attraversa la strada si deve fare invocare la propria buona stella per non lasciarci le penne, dove non senti mai, nemmeno per un secondo, la melodia del silenzio, ebbene, per quel breve lasso tempo in cui c’è iftar anche il Cairo diventa vivibile. Il Ramadan qui è un rito pubblico, cosa che a Tunisi non mi pare sia: tavolate di gente in strada, le voci amplificate dei muezzin che scandiscono il tempo della preghiera e dell’arrivo della fine del digiuno, visite ai parenti dopo il rapidissimo pasto, che i più poveri consumano a terra, mentre vendono la loro mercanzia, o gli uomini in divisa sul posto di guardia. E subito dopo ritorna il caos, nelle strade, nelle piazze, nei giardini; clacson e petardi che scoppiano in continuazione, uomini ai caffè a fumare la Schicha, o Narguilè che dire si voglia, famiglie, ragazze e ragazzi in giro fino all’alba, con la metropolitana che a mezzanotte è più piena che a Milano all’ora di punta. Ramadan al Cairo è davvero un’esperienza diversa rispetto all’”europea” Tunisi.

Irene Panighetti

Ecco il link ad una splendida serie di foto di Ramadan nel mondo

martedì 16 agosto 2011

Tunisia: Verso una seconda rivoluzione?

Ieri a Tunisi in migliaia sono scesi per manifestare il proprio dissenso sulle recenti scarcerazioni e la fuga di Saida Agrebi. La piazza ha dimostrato la propria forza e sete di giustizia. La manifestazione indette dall'associazione avvocati e dal sindacato son state represse da manganelli e lacrimogeni. A raccontarci la manifestazioni, un avvicente articolo in presa diretta da uno dei nostri favoriti blogger che parla di seconda rivoluzione.  La risposta del governo non si e' fatta tardare: cambio ai vertici del ministero della giustizia, mandato di cattura internazionale per Saida Agrebi. Nel frattemo si sono chiuse le iscrizioni ai registri delle elezioni. Quasi 4 Milioni di iscritti, in una corsa che ha coinvolto anche tavolini improssivati per far iscrivere la gente nei centri commerciali. C'e' ancora tempo per le iscrizioni di categorie speciali (militari, residenti all'estero). Le elezioni sono salve...per ora. Il popolo Tunisino e' determinato a salvare la propria rivoluzione, a rischio di farne un'altra se necessario.

domenica 14 agosto 2011

Donne al bivio in Tunisia: Non si torna indietro!



Tunisine per i diritti delle donne, uguaglianza, cittadinanza” e’ il titolo del meeting a cui hanno partecipato centinaia di persone lo scorso venerdi’ 12 Agosto organizzato nel complesso culturale e sportivo di Tunisi. L’occasione e’ stata per la commemorazione del 55 anniversario del Codice dello Statuto Personale (CSP). Il CSP risale al il 13 agosto 1956 uno statuto rivoluzionario per la sua epoca con la sua promulgazione si vieta la poligamia e il ripudio, le donne si liberate della tutela nel matrimonio, si consacra l’uguaglianza tra uomini e donne (fatta eccezione che in materia di diritto successorio). Da allora il 13 agosto è diventato la “Festa della donna”. Diversi movimenti e partiti politici stanno organizzando diversi festeggiamenti, in un modo assolutamente insolito e promettente, direi anche rivoluzionario. Al meeting pullulavano le diverse e numerose associazioni e reti indipendenti e progressisti femminili, nate dopo la rivoluzione, oltre alle vecchie e non meno importanti ATFD (Associazione tunisina delle donne democratiche) e AFTURD (Associazione delle donne tunisine per la ricerca e lo sviluppo), la gente si esprimeva con libertà, sincerità e audacia in un clima di allegria e di festa. In una atmosfera del genere ci si sente forti e ottimisti sul futuro delle donne tunisine.
Erano molti gli stand organizzati per offrire informazioni, tracts e inviti in arabo e in francese. IL meeting e’ culminato con la firma della “Dichiarazione del 13 agosto 2011”. Azione sottoscritta da una ventina di associazioni e collettivi che vogliono far pervenire al governo un messaggio pretentorio: non solo difendere i diritti delle donne e i principi di eguaglianza e parità e iscriverli nella Costituzione della II Repubblica; ma anche non cedere alla pressione di coloro che vogliono applicare la sharia; e soprattutto adottare la CEDAW (Convenzione internazionale per l’eliminazione di tutte le discriminazioni contro le donne) senza nessuna riserva. Le firmatarie, tra cui Il Front des Femmes pour l’Égalité (FFE), l’ATFD, Engagement Citoyen, si dichiarano unite, solidali e determinate alla mobilitazione per difendere e migliorare il CSP.
Il meeting si e’ trasformato in una vera festa con letture di poesie, canti e proiezioni di film ma soprattutto in un momento di incontro e di scambio tra cittadini determinati a lottare contro l’oscurantismo, che credono in una Tunisia che rispetta i diritti umani.
Le donne della Tunisia rivoluzionaria hanno già conseguito una vittoria ad aprile 2011: la “parità in alternanza” nelle liste dei partiti che si presenteranno alle prossime elezioni. Continuano a distinguersi negli studi e nell’economia cosi’ del paese come nella famiglia, come forza trainante. Consapevoli di tutto cio’ mi chiedo: come si puo’ credere di “ rilegare in cucina” l’intera bella metà della Tunisia come alcuni pazzi pretendono?

Lilia Zouali