Gli attacchi degli islamisti in Tunisia
da "il Post" del 9 Ottobre 2011
«A due settimane dalle prime elezioni dopo Ben Ali aumentano gli assalti degli estremisti: oggi è stata attaccata una tv che aveva trasmesso Persepolis»
A due settimane dalle prime elezioni libere dopo la caduta di Ben Ali, gli estremisti islamici agitano la Tunisia. Ieri mattina un gruppo di islamisti ha fatto irruzione
nell’università di Susa, a 150 chilometri a sud della capitale Tunisi,
dopo che una studentessa non era stata ammessa perché indossava il
niqab, il velo totale delle donne musulmane che copre tutto il corpo a
eccezione degli occhi. Poche ore dopo circa 200 estremisti sono entrati
nell’edificio, minacciando i professori ed esponendo cartelli contro il
divieto del velo totale deciso dal ministero tunisino dell’istruzione
all’inizio dell’anno accademico. In serata circa duecento donne
tunisine, venute a sapere delle aggressioni di Susa su Facebook, sono
scese in strada nella periferia di El Menzah, una città della Tunisia,
per protestare contro il raid degli estremisti.
La tensione è tornata a salire nella giornata di oggi, quando
centinaia di islamisti sono tornati a protestare all’università di
Tunisi contro il divieto del niqab negli atenei, per poi spostarsi a
nord della città, nel quartiere popolare di Jebel El Ahmar, dove hanno
attaccato la polizia in tenuta antisommossa con pietre, coltelli e
bastoni al grido di “Allahu akbar” (“Allah è grande”). Testimoni riferiscono di poliziotti in fuga dai manifestanti, che in seguito sarebbero stati comunque dispersi.
Le violenze, tuttavia, sono proseguite. Sempre oggi un gruppo di circa trecento salafiti ha attaccato a Tunisi la tv privata Nessma (di cui tra l’altro è azionista anche Mediaset).
Dopo aver minacciato di morte editori e giornalisti, gli estremisti
hanno tentato, senza successo, di dar fuoco agli studi televisivi, prima
di essere respinti dalla polizia. L’attacco dei salafiti è scaturito
dalla recente messa in onda di Persepolis, il film di
animazione di Marjane Satrapi ispirato al suo omonimo graphic novel. Il
film racconta, attraverso gli occhi di una bambina, gli ultimi giorni
dello scià iraniano prima della rivoluzione dell’ayatollah
Khomeini. «Subito dopo la messa in onda del film, abbiamo ricevuto
minacce di morte su Facebook», ha dichiarato il presidente di Nessma,
Nebil Karoui.
L’attacco di Nessma ha ricordato un episodio di violenza molto simile, accaduto lo scorso giugno, quando un gruppo di salafiti attaccò un cinema di Tunisi per aver proiettato il film Ni Dieu, Ni Maitre
(“Nessun dio, nessun maestro”) della regista franco-tunisina Nadia El
Fani, una pellicola molto critica nei confronti delle fazioni più
estreme e politicizzate dell’Islam. Nel febbraio scorso, invece, a poche
settimane dalla caduta di Ben Ali, decine di islamisti avevano provato a dare fuoco
a un quartiere di Tunisi famoso per i suoi bordelli che, secondo gli
estremisti, «devono essere tutti chiusi, perché le donne in Tunisia non
possono essere trattate come divinità».
Nelle elezioni del 23 ottobre, le prime della Tunisia liberata nove
mesi fa dal regime di Ben Ali, si voterà per eleggere l’Assemblea
costituente, che sarà incaricata di redigere una nuova Costituzione.
Secondo gli ultimi sondaggi, tra le ottanta liste iscritte, il partito
islamista Ennahda dovrebbe ottenere il maggior numero di voti. Come in
seguito all’attacco alla tv Nessma, i vertici di Ennahda hanno spesso preso le distanze
da simili episodi violenti, dichiarando di voler applicare i principi
islamici con “la giusta moderazione”. Tuttavia, come nel caso del film
di Nadia El Fani, secondo Ennahda alcuni attacchi degli estremisti
vengono scatenati “da alcune provocazioni contro l’Islam”.
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“Gli Italiani di Cartagine” è il nome datoci dai nostri vicini nelle giornate in cui il popolo tunisino proteggeva se stesso e chiunque fosse loro vicino - compresi la nostra famiglia- dalle milizie di Ben Ali. Italiani di cartagine e' oggi uno spazio libero per raccontare la "nuova" Tunisia attraverso gli occhi un gruppo di amici italiani residenti e impegnati in Tunisia e non solo, uno spazio di denuncia e riflessione su fatti che stanno cambiando il mediterraneo.
lunedì 10 ottobre 2011
dai quotidiani italiani
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