“Gli Italiani di Cartagine” è il nome datoci dai nostri vicini nelle giornate in cui il popolo tunisino proteggeva se stesso e chiunque fosse loro vicino - compresi la nostra famiglia- dalle milizie di Ben Ali. Italiani di cartagine e' oggi uno spazio libero per raccontare la "nuova" Tunisia attraverso gli occhi un gruppo di amici italiani residenti e impegnati in Tunisia e non solo, uno spazio di denuncia e riflessione su fatti che stanno cambiando il mediterraneo.
mercoledì 5 ottobre 2011
Le caramelle di Ennhada e il paese dei balocchi
Sanna lavora come segretaria nel mio uffico. E' una ragazza giovanissima, personalita' frizzante e dinamica. Non parla mai di politica, retaggio ancora di una generazione cresciuta alle insegne del taboo della politica. E' cresciuta negli anni di Ben Ali, non ha visto altro nel proprio paese, anche se di democrazia ne ha sentito parlare, come tutti i Tunisini, esposti all'occidente come pochi. Andiam oa pranzo in una giornata come tante altre, un sandwich rapido per tornare ognuno alla propria scrivania quanto prima, ambedu sommersi di lavoro. Il tempo del sandwich e' quanto basta per un'apertura spontanea. "Lo sai che domenica sono passati quelli di Ennhada (il principale partito islamista tunisino) nel mio quartiere?". Erano una dozzina di macchine, suonavano a festa, distribuivano caramelle ai bambini, facevano promesse che se Ennhada avrebbe vinto le elezioni, ci sarebbe stata una ripresa economica: sussidi per disoccupati, sussidi ai trasporti ....il paese dei balocchi insomma - mi viene da pensare - ma e' lei stessa ad anticiparmi "il governo non ha soldi, come fanno a promettere tutto cio?'". Sanna non ha certo una laurea in economia, ma il suo buonsenso non si allolontana da una realta' che vede la Tunisia quest'anno a crescita ZERO e che prevede un deficit per il prossimo anno che tutti ormai prevedono attorno al 7 per cento del Prodotto Interno Lordo....altro che Regole di Maastricht. Chiedo - forse un po' sfacciatamente - "ma vi erano donne in quelle macchine?" "Certo - risponde - e portavano tutte il velo, c'erano anche uomini con la barba lunga" (tipico dei Salafisti, frazione delll'Islam ortodossa). Questo racconto si aggiunge quello di altri, che ci han parlato di strategie ben piu' aggressive che le caramelle. In alcune localita' il partito islamico offre di pagare le bollette del telefono, della luce. Mi ricorda quello che facevano i democristiani nel dopoguerra in Italia, scarpa destra prima e sinistra dopo le elezioni. Eppure non solo nei metodi i partiti a ispirazione religiosa si somigliano, ma nella forza aggregratrice che il messaggio semplice dell'appartenenza alla religione puo' dare, soprattutto in tempo di crisi. Non a caso, uno dei consulenti politici di Ennhada e' un italiano di formazione cattolica, anche lui traccia i paralleli tra i due fenomeni in una intervista su Nena News. Ma la domanda del secolo e', sara' Ennhada un partito aggregatore, come lo e' stato la DC? o ci sara' una frattura tra Ennhada e il resto del paese? Sara' in grado di mantenere le promesse di liberta' religiosa?....ma soprattutto, riuscira' il partito che ormai tutti prevedono come lo scontato vincitore delle elezioni a far ripartire l'economia e a convertire la Tunisia nel paese dei balocchi?
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