giovedì 18 agosto 2011

Ramadan a confronto: Diario di viaggio al Cairo

Arrivando a Tunisi quasi non mi accorgo che è ramadan: anche se atterro proprio all’ora dell’iftar ci sono taxi, automobili, tutto funziona come se niente fosse. E nei giorni seguenti me ne accorgo solo dalla tranquillità che regna in Bourghiba una mezzoretta prima e dopo l’ora della rottura, dal fatto che non si trovano vino o birra nei supermercati e nemmeno un posto dove cenare che non sia uno dei lussuosi alberghi per ricchi turisti. Al Cairo è tutto diverso: anche qui atterro all’ora dell’iftar, e subito in aeroporto la gente che viaggia o che non può staccare dal lavoro si offre succo di frutta e datteri. Le case, le strade, le moschee sono ornate dalle luci colorate e dalla tradizionali lampade Fanous, coltre che da festoni e palloncini. Per un quarto d’ora una delle città più caotiche del mondo, dove ogni volta che si attraversa la strada si deve fare invocare la propria buona stella per non lasciarci le penne, dove non senti mai, nemmeno per un secondo, la melodia del silenzio, ebbene, per quel breve lasso tempo in cui c’è iftar anche il Cairo diventa vivibile. Il Ramadan qui è un rito pubblico, cosa che a Tunisi non mi pare sia: tavolate di gente in strada, le voci amplificate dei muezzin che scandiscono il tempo della preghiera e dell’arrivo della fine del digiuno, visite ai parenti dopo il rapidissimo pasto, che i più poveri consumano a terra, mentre vendono la loro mercanzia, o gli uomini in divisa sul posto di guardia. E subito dopo ritorna il caos, nelle strade, nelle piazze, nei giardini; clacson e petardi che scoppiano in continuazione, uomini ai caffè a fumare la Schicha, o Narguilè che dire si voglia, famiglie, ragazze e ragazzi in giro fino all’alba, con la metropolitana che a mezzanotte è più piena che a Milano all’ora di punta. Ramadan al Cairo è davvero un’esperienza diversa rispetto all’”europea” Tunisi.

Irene Panighetti

Ecco il link ad una splendida serie di foto di Ramadan nel mondo

1 commento:

  1. Ho vissuto a Tunisi e il mio arrivo era stato proprio nel mese di Ramadan. Abitavo tra El Menzah V e l'Ariana e lì ho sentito quel clima di festa e rito 'pubblico' di cui lei ha avuto esperienza al Cairo. Ogni sera, quando tornavo a casa dal lavoro, la gente era per strada, mi offriva thè alla menta e dolcetti. E mi è capitato anche di fumare il narghilé con alcuni giovani incontrati appunto per la strada. Nonostante Tunisi sia più europea del Cairo, credo che in certi quartieri si possano vivere atmfosere più vicine alla tradizione. E anche la Medina, di notte, offre diverse occasioni per immergersi in questo clima.
    Provi...e poi ci racconti ancora.

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