Scoppia la rivolta nei campi profughi nel sud della Tunisia. Lontano dai riflettori internazionali migliaia di profughi, in gran parte provenienti dall'Africa Sub-Sahariana, sono ancora li, da mesi nei campi allestiti nel deserto. Sono i disperati che non hanno rifugio, alcuni non vogliono tornare nel proprio paese, altri non possono, provengono da paesi in guerra o hanno ragioni per temere di esser perseguitati, o semplicemente vogliono trovare rifugio in un paese che possa rappresentare una speranza. La scorsa settiamana la protesta di rifugiati per la loro condizione si converte in tragedia. Bloccano le strade, danneggiano alcune macchine. La reazione della comunita di Ben Guerdene (citta' a due passi dal campo profughi) e' quanto mai violenta. In centinaia accorrono verso il campo seminando paura e distruzione, e quanto pare 6 morti. Questo video racconta questa storia. Alcune storie finiscono in dei blogs come questo. Secondo un funzionario di un'organizzazione internazionale 20 Nigeriani sono stati arrestati per le distruzioni delle macchine e per i vanalismi, nessun tunisino per l'attacco al campo. Sembra che l'esercito abbia chiuso un'occhio, c'e' chi parla di un ruolo attivo dell'esercito ai pestaggi. Il governo tunisino chiama al rimpatrio immediato degli Aficani. "Nessuno in Tunisia osa criticare l'esercito, che ha il merito di aver salvato la rivoluzione" - ci racconta un funzionario di un altra organizzazione che opera nell'emergenza. Parlandone ad alcuni amici tunisini nella quanto mai lontana Tunisi, sento delle reazioni molto famigliari "Gli Africani dovrebbero tornare nel loro paese, ma loro non vogliono! La gente di Ben Guerdene e' esasperata!". Mi sembra di sentire alcuni commenti a cui siamo abituati nella sponda Nord del mediterraneo. Dov'e' finito lo spirito di solidarieta' con cui la Tunisia ha accorso i 380,000 rifugiati? Mi consola, tornando a casa di vedere chi davanti ai supermercati locali, ancora fa raccolta di cibo per la Libia. Saranno casi isolati? e' solo l'inizio? E' certo che la Tunisia sta pagando un prezzo molto alto per questa crisi, forse il piu' alto tra i paesi del mediterraneo. Ma quello che colpisce di piu' e' che nella Tunisia libera dove l'informazione non e' piu' sotto censura, nessuno parla di questa storia, e giustizia probabilmente non verra' mai fatta. "Sarebbe troppo delicato arrestare qualcuno di Ben Guerdene - commenta una mia collega Tunisina - alludendo al fatto che la citta' non ne puo' piu' e potrebbero scoppiare rivolte ancor piu' grandi". Quali futuro e quale speranza per questi profughi "di seconda classe"?
“Gli Italiani di Cartagine” è il nome datoci dai nostri vicini nelle giornate in cui il popolo tunisino proteggeva se stesso e chiunque fosse loro vicino - compresi la nostra famiglia- dalle milizie di Ben Ali. Italiani di cartagine e' oggi uno spazio libero per raccontare la "nuova" Tunisia attraverso gli occhi un gruppo di amici italiani residenti e impegnati in Tunisia e non solo, uno spazio di denuncia e riflessione su fatti che stanno cambiando il mediterraneo.
venerdì 3 giugno 2011
Il lato oscuro dei campi rifugiati in Tunisia...tutto mondo e' paese
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