venerdì 13 maggio 2011

L'altro volto della stazione Termini - volontari Tunisini all'opera

Dopo quasi quattro mesi dalla rivoluzione tunisina che ha coinciso con l’aumento del flusso migratorio verso l’Italia, molti tunisini sono approdati a Roma. Da più di un mese si radunano alla stazione Termini in attesa di un treno per Ventimiglia per continuare il loro viaggio in Europa, stanchi ma speranzosi per il futuro. In loro soccorso è intervenuto un gruppo di volontarie, per la maggior parte tunisine residenti a Roma. Tra loro ci sono Ouiem e Amani, entrambe 23enni, che, appena saputo dell’arrivo dei loro connazionali, sono corse a dare il loro sostegno. “Aiutare loro è come aiutare la nostra Tunisia” dicono amareggiate per non “aver messo il petto al fuoco”, per non aver potuto fare nulla per la loro nazione prima d’ora. “Questi ragazzi sono i giovani che hanno fatto la rivoluzione. Quando hanno protestato noi stavamo comode a casa a mangiare e dormire. Abbiamo l’obbligo di aiutarli per ringraziarli” ha sottolineato Ouiem, arrivata in Italia quando aveva 4 anni al seguito del padre che ha aperto un forno a Roma. Oggi Ouiem lavora come interprete al Tribunale e sogna di fare la poliziotta. Amani e Ouiem non si conoscevano prima. Si sono incontrate per la prima volta a Termini. “Abbiamo saputo che un gruppo di tunisini era arrivato a Roma grazie a Facebook e ognuna di noi è corsa a dare il proprio aiuto, spontaneamente”  ha spiegato Amani, trasferitasi nella capitale due anni fa, dopo aver sposato uno scenografo italiano conosciuto sul set di “Baaria” di Tornatore a Tunisi dove faceva la comparsa. Oggi Amani studia fotografia e sogna il cinema, ma il suo cuore è in Tunisia. “La mia famiglia vive lì. Quando sono tornata a un mese dalla cacciata di Ben Alì ho capito che la gente stava male - ha raccontato -. I giovani scappano per aiutare la Tunisia. Pensano di guadagnare un po’ di soldi e poi tornare in patria dove oggi purtroppo non c’è più nulla”. Ouiem e Amani si sentono fortunate, hanno tanti impegni e tanti sogni, ma da quando sono arrivati i tunisini a Roma hanno messo da parte ogni cosa. La priorità è diventata aiutare la Tunisia e così ogni giorno vanno a Termini, fanno da interprete con i capotreno quando arriva il momento delle partenze grazie ai biglietti offerti dalla Protezione Civile e ascoltano i problemi di tutti. “I tunisini vengono lasciati dagli operatori del Comune di Roma alla stazione alle 9, dopo aver passato la notte nei centri d’accoglienza, e restano abbandonati lì fino a sera. All’inizio abbiamo cacciato di tasca nostri i soldi per il pranzo o abbiamo fatto collette per pr
eparare couscous, ora per fortuna il Comune e, su nostra richiesta, anche l’Ambasciata tunisina, stanno provvedendo ai pasti” ha detto Amani, con guardo fiero. “Abbiamo aiutato oltre 50 connazionali ad avere il permesso di soggiorno temporaneo di sei mesi previsto per i tunisini arrivati a Lampedusa tra l’1 gennaio e il 5 aprile accompagnandoli in Questura e facendo da mediatrici – ha aggiunto Ouiem -. Con alcuni siamo state anche al collocamento per iscriverli nell’elenco dei disoccuparti. Li abbiamo semplicemente aiutati ad avere i loro diritti”.


Francesca Bellino, pubblicato su Tustyle
www.francescabellino.it/

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